Chiesa

VATICANO. Nomina del vescovo cinese «Rammarico» della Santa Sede

mercoledì 24 novembre 2010
L'ordinazione episcopale del reverendo Giuseppe Guo Jincai, avvenuta sabato 20 novembre, ha suscitato una nota ufficiale della Santa Sede, in cui si spiega che il Papa «ha appreso la notizia con profondo rammarico, poiché la suddetta ordinazione episcopale è stata conferita senza il mandato apostolico e, perciò, rappresenta una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina cattolica».Negli ultimi giorni, fa presente la nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana, diversi vescovi sono stati sottoposti a «pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento, allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l’ordinazione episcopale. Tali costrizioni, compiute da Autorità governative e di sicurezza cinesi, costituiscono una grave violazione della libertà di religione e di coscienza».La Santa Sede ora valuterà l’accaduto anche sotto il profilo della validità e per quanto riguarda la posizione canonica dei vescovi coinvolti. In ogni caso, ciò «si ripercuote dolorosamente, in primo luogo, sul Rev.do Giuseppe Guo Jincai che, in forza di tale ordinazione episcopale, si trova in una gravissima condizione canonica di fronte alla Chiesa in Cina e alla Chiesa universale, esponendosi anche alle pesanti sanzioni previste, in particolare, dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico».Tale ordinazione - continua la nota - «non soltanto non aiuta il bene dei Cattolici a Chengde, ma li mette in una condizione assai delicata e difficile, anche sotto il profilo canonico, e li umilia, perché le Autorità civili cinesi vogliono imporre loro un Pastore che non è in piena comunione, né con il Santo Padre né con gli altri Vescovi sparsi nel mondo».Più volte quest'ano la Santa Sede ha comunicato alle Autorità cinesi la propria opposizione all’ordinazione episcopale di do Giuseppe Guo Jincai. Nonostante ciò, dette Autorità hanno deciso di procedere unilateralmente, a scapito dell’atmosfera di rispetto, faticosamente creata con la Santa Sede e con la Chiesa cattolica attraverso le recenti ordinazioni episcopali. «Tale pretesa di mettersi al di sopra dei Vescovi e di guidare la vita della comunità ecclesiale non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali esistenti».La nota ricorda e riafferma la disponibilità della Santa Sede a un dialogo rispettoso e costruttivo con la Repubblica Popolare Cinese, ma constata anche «con rammarico che le autorità lasciano alla dirigenza dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, sotto l’influenza del Sig. Liu Bainian, assumere atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa cattolica e ostacolano detto dialogo».