Chiesa

Il ritratto. Paloma García Ovejero: a qualsiasi richiesta del Papa, la mia risposta è sì

mercoledì 13 luglio 2016
Fino a tre giorni fa era la donna delle dirette registrate per la Cope, la radio della conferenza episcopale spagnola, con il cellulare in qualunque condizione: mentre si trovava in coda per l'imbarco sul volo papale, sul pullman tra uno spostamento e un altro, durante la pausa pranzo. Oggi è la prima donna nella storia del Vaticano a essere nominata viceportavoce. Paloma García Ovejero ha accettato l'incarico in Vaticano ancor prima di sapere di cosa si trattasse: «Se il Papa mi chiede di pulire la sala stampa, se mi chiede di fare l'autista, se il Papa mi chiede qualsiasi cosa, la risposta è sì». «Finisco una diretta e vedo una chiamata anonima. Qui si sa, la chiamata anonima può essere un'offerta telefonica o una telefonata dal Vaticano. Mi dicono 'Paloma, riesci a raggiungerci tra 5 minuti?' Era il segretario del Sostituto, di monsignor Becciu. In realtà ce ne ho messi 20. Il Sostituto mi ha detto: 'Paloma, il Papa ti vuole fare una richiesta'. Il Papa? 'Sì, Papa Francesco'. Allora la risposta è sì eccellenza. Non ascolto neanche la domanda». In un'intervista rilasciata all'agenzia Lapresse, la nuova vicedirettrice della Sala stampa del Vaticano, García Ovejero ha raccontato con candore e semplicità di come è stata contattata e dell'emozione che ha provato nel ricevere quest'incarico direttamente da Papa Francesco. Riportiamo in integrale le domande di Maria Elena Ribezzo di Lapresse. Come l'hai presa? Con sorpresa ma con onore. Con senso di responsabilità e con gioia immensa. Una gioia che ha una componente di rispetto e una di mal di pancia. Ma immagina: il Papa mi ha chiesto 'Mi puoi dare una mano?'. Cos'hai risposto quando monsignor Becciu ti ha fatto la richiesta? Ho detto sì prima di sentire la domanda. Se il Papa mi chiede di pulire la sala stampa, se mi chiede di fare l'autista, se il Papa mi chiede qualsiasi cosa, la risposta è sì. Poi mi hanno spiegato che il compito era di fare la vicedirettrice della sala stampa e la risposta era ancora sì. Ma da quel momento non ho mangiato più, non ho dormito più. Ho parlato con la mia radio, sono andata a Madrid per parlarne con la mia famiglia e poi ho dovuto andare a cercare le scarpe, a scegliere il vestito... C'è un dress-code? No, nessuno mi ha chiesto niente, però secondo me se hanno scelto una donna devo fare la donna. Quindi mi sono messa i tacchi. Quanti giorni prima che la notizia diventasse ufficiale l'hai saputo? Tre, me l'hanno detto il venerdì e il lunedì lo sapevate anche voi. Per tre giorni l'ho dovuto tenere per me, l'ho potuto condividere con i miei genitori, i miei fratelli e nipotini. Che secondo me non hanno ancora capito bene il ruolo: 'Zia Paloma fa la suora?' oppure 'Zia Paloma ora abita con il Papa?'. Non hanno ancora capito bene il mestiere... E forse neanche io. Come l'ha presa il tuo capo alla Cope? Come un onore. Mi ha dato sempre tutto il suo sostegno e la prima cosa che mi ha detto è stata: 'Tanti auguri, ci metti in un bel casino, ma siamo felici per te'. Cosa ti aspetti, come sarà il lavoro?Sarà bello e difficile, una sfida. Ma abbiamo un'eredità che ci lasciano padre Lombardi e padre Ciro. L'orchestra funziona benissimo: cambia il direttore e io gli sono vicina per aiutarlo.