Chiesa

Coronavirus. Oratori, un'estate da inventare

Daniela Pozzoli domenica 10 maggio 2020

L'oratorio 2020 “aperto per ferie”, come s’intitola il progetto proposto della Pastorale giovanile nazionale, sta prendendo forma nelle realtà diocesane. Ancora non ci sono le condizioni per una riapertura, ma la Cei ha chiesto alle comunità di non lasciare a loro stessi bambini, ragazzi e giovani durante l’estate. Così la formazione online degli animatori in molte diocesi è già una realtà, mentre sono allo studio idee e progetti virtuali e reali, compresa la proposta di Anspi di dotare i bambini di «braccialetti per garantire il distanziamento fisico», prodotti in migliaia di pezzi, che emettono un suono o una vibrazione quando un’altra persona non mantiene la distanza di sicurezza. Numerosi i tavoli di lavoro nati tra diocesi e regioni per riuscire a garantire, attraverso protocolli comuni, una presenza educativa che non lasci solo nessuno e che tenga conto della sicurezza.

Piemonte, cantiere al «Top»

La questione in Piemonte non è oratorio aperto o chiuso, ma il prendersi cura delle nuove generazioni. Ne è convinto don Luca Ramello, responsabile regionale della pastorale giovanile di Piemonte e Valle d’Aosta. Sarà lui martedì mattina a presiedere l’avvio del tavolo di lavoro online per elaborare proposte, osservazioni, suggerimenti al “Top”, il “Tavolo oratori piemontese”, il progetto comune sottoscritto la scorsa settimana dalla Chiesa piemontese con la Regione Piemonte. Tra i temi: praticabilità, norme di sicurezza, nuove figure educative, risorse economiche. «Tre i nodi da sciogliere – spiega Ramello –: la titolarità tra diocesi e istituzioni, la necessità di coordinare le varie commissioni e i tavoli di lavoro, una comunicazione efficace».

La Lombardia parte su Zoom

Anche la Lombardia con il coordinamento degli oratori delle diocesi lombarde (Odielle) sta lavorando con le istituzioni per definire che fare. Per gli animatori “Stai in zona” è il percorso milanese, online sulla piattaforma Zoom, che partirà domani. «Gli oratori della Lombardia – spiega don Stefano Guidi, coordinatore di Odielle – confermano la loro disponibilità perché famiglie e ragazzi non si trovino a vivere situazioni di vuoto educativo».

Emilia Romagna, avanti piano

Obbedienza, prudenza e creatività. Sono le tre parole chiave con cui si sta muovendo la pastorale giovanile della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna. «Obbedienza alla legge, prudenza per valutare se una parrocchia ha i requisiti, e creatività – spiega don Marcello Palazzi, delegato regionale –. Stiamo facendo un grosso lavoro di elaborazione, in aggiunta alla scelta abbastanza inedita di interagire con le istituzioni». In Regione si è infatti costituito un tavolo tecnico, promosso dal cardinale Matteo Zuppi e dal presidente Stefano Bonaccini. Obiettivo: definire un protocollo «dai campi scuola virtuali – dice Palazzi –, fino alla ripresa del catechismo a settembre».

Il Triveneto parla con la società

Ci piacerebbe che potesse emergere una Chiesa nuova capace di creare alleanze al suo interno, ma anche con la società civile». È questo lo spirito con cui i delegati degli Uffici di pastorale giovanile delle 15 diocesi del Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) stanno dialogando. «Ci muoviamo in attesa dei protocolli delle tre Regioni – spiega don Davide Brusadin, neo incaricato regionale per la Pastorale giovanile –. Un lavoro per capire, in dialogo con le istituzioni, la possibilità effettiva di utilizzo dei nostri spazi».

In Liguria l’interesse dei Comuni

La Conferenza episcopale ligure ha avviato un dialogo con la Regione per poter concordare una linea d’azione comune. «Abbiamo meno oratori che nel resto del Nord – commenta monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova, delegato per la pastorale giovanile –, ma numerosi progetti educativi che si organizzano tra giugno e settembre. Non rinunceremo ad accompagnare i ragazzi, per questo portiamo avanti la formazione degli educatori, e a breve potremo organizzarci sulla base delle indicazioni operative che definiremo insieme alle istituzioni». Diversi Comuni hanno mostrato interesse per una collaborazione con le parrocchie per l’organizzazione dei centri estivi.

Toscana, la Chiesa offre competenze

"Per ora stiamo lavorando su ipotesi… intanto però teniamo il motore acceso", assicura l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, delegato della Conferenza episcopale toscana per la pastorale giovanile, che sta dialogando con le realtà del mondo cattolico e con la Regione. «Esiste un’emergenza educativa e per gestirla servirà una collaborazione tra pubblico e privato. Le istituzioni locali potrebbero mettere a disposizione le scuole o alcune aree verdi per le parrocchie che non hanno spazi idonei. La Chiesa mette a disposizione le proprie competenze».

In Umbria una rete allargata

"Porte aperte, noi ci siamo anche nella Fase 2", assicura don Riccardo Pascolini, segretario nazionale del Forum degli oratori italiani (Foi), responsabile del Centro di orientamento pastorale (Cop) e incaricato per la pastorale giovanile dell’Umbria, commentando il rinnovo del protocollo d’intesa tra il Comune di Perugia e l’arcidiocesi per la realizzazione di progetti e azioni condivise in ambito formativo, educativo e ricreativo. Un progetto avviato nel 2014 con cui il Comune ha riconosciuto l’importanza socioeducativa dei 30 oratori attivi. «Dall’emergenza è nata una rete che tiene insieme scuole pubbliche, paritarie, cooperative, volontariato per inventare insieme soluzioni e arrivare alle varie fasce di età. Anche qui c’è un tavolo con la presidente della Regione per valutare il da farsi».

La Puglia pensa a tre fasi

Don Davide Abbascià, incaricato regionale di pastorale giovanile, insieme con oratori, associazioni e famiglie religiose sta studiando una proposta operativa da presentare alla Regione. «Il nostro progetto si chiama “Apriamo per ferie” e ha individuato tre fasi: la formazione online degli animatori (”Stai a casa”), la ripresa dei contatti (”Da casa”) e le riaperture che guardano anche il catechismo di settembre (”Fai casa”)».

(Hanno collaborato: Riccardo Bigi, Matteo Billi, Alberto Gastaldi, Chiara Genisio, Enrico Turcato)