Chiesa

Vaticano. La domenica della Parola di Dio: "La speranza cristiana non è utopia"

Mimmo Muolo sabato 21 gennaio 2023

Il tema della quarta edizione di questo evento istituito da Francesco nel 2019 è «Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto». Il richiamo all’attualità del Concilio Vaticano II, in particolare della Dei Verbum

Il Concilio - e la costituzione Dei Verbum in particolare - da una parte. Il Giubileo del 2025 dall’altra. L’odierna Domenica della Parola di Dio, la IV edizione dell’iniziativa voluta da papa Francesco, si colloca idealmente tra questi due poli. E si carica di ulteriore significato grazie alla liturgia dell’istituzione dei lettori e dei catechisti, che (come riferiamo più ampiamente a parte) si terrà nel corso della Messa presieduta domenica mattina alle 9,30 dal Pontefice nella Basilica di San Pietro.
Il tutto si inscrive, spiega l’arcivescovo Rino Fisichella, nell’impegno della nuova evangelizzazione e della Chiesa in uscita, tanto care a papa Bergoglio. Il pro-prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nell’ambito del nuovo Dicastero per l’evangelizzazione, ha curato con i suoi collaboratori tutte e e quattro le edizioni della Domenica della Parola. Di questa sottolinea in maniera particolare il tema (“Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto” - 1Gv 1,3) e il duplice collegamento con Concilio e Giubileo.

Per quanto riguarda il primo aspetto, ricorda che il tema «è stato scelto in quanto mette in rilievo una duplice dimensione: l’esperienza personale e l’incontro quotidiano con la Parola di Dio e la dimensione comunitaria espressa dalla prima persona plurale dei due verbi usati dall’apostolo Giovanni nella sua Prima Lettera». In sostanza «annunciamo ciò che abbiamo toccato con mano, ma l’evangelizzazione è sempre un compito di tutta la comunità ecclesiale».
Quanto al duplice collegamento, monsignor Fisichella ricorda: «Questa Domenica ci aiuta a comprendere sempre meglio che accanto alla Mensa eucaristica c’è quella della Parola e che i due momenti della Messa sono intimamente legati. Così dice la Dei Verbum, un documento che a sessant’anni dal Concilio Vaticano II non invecchia, anzi mostra sempre più l’intensità e la fecondità di cui è impregnato l’insegnamento conciliare».

D’altra parte, guardando avanti non è possibile non collegare l’appuntamento odierno al prossimo Giubileo del 2025. L’arcivescovo a tal proposito fa notare: «L’Anno Santo è dedicato al tema della speranza. E proprio in questi giorni nelle letture della Messa quotidiana ascoltiamo la Lettera agli Ebrei. L’autore sacro dice che noi dobbiamo tenerci stretti alla speranza come a un’ancora e considerarla come una vela che ci spinge all’interno delle vicende del mondo. Ecco il logo che abbiamo proposto per il Giubileo. C’è un’umanità che si aggrappa alla croce, fatta a mo’ di vela, perché è curva, e che spinge verso il futuro. Ma quella croce che è l’amore di Cristo termina a forma di ancora». E quindi, aggiunge Fisichella, «la speranza ci dice che la Parola di Dio è certezza per la vita dei cristiani. La speranza cristiana non è utopia e illusione. La promessa che il Signore ha fatto viene mantenuta. Dobbiamo rimanere saldi nella speranza, tenendo abbracciata a noi la Parola di Dio che è Gesù».
A fare da tramite tra i due aspetti alcune iniziative editoriali. Oggi, innanzitutto, il Papa consegnerà ai fedeli una copia del Vangelo di Matteo. Spiega il pro-prefetto: «È quello che parla del Regno di Dio, che siamo chiamati a testimoniare ogni giorno nella nostra vita ed è il Vangelo che viene proclamato durante il 2023».

Da qualche settimana poi sono in libreria 34 volumetti, i Quaderni del Concilio, che illustrano i diversi aspetti delle quattro costituzioni conciliari. «Il Papa - dice l’arcivescovo - proprio in vista del Giubileo ci ha chiesto di dedicare il 2023 a riscoprire l’attualità dell’insegnamento del Concilio. I volumetti, pubblicati in diverse lingue, sono finalizzati proprio a questo e sono diretti ai parroci, ai catechisti, ai giovani, e in generale a quanti hanno poca dimestichezza con il Vaticano II». Per quanto riguarda la Dei Verbum «si prendono in considerazione aspetti come la Rivelazione, la tradizione, l’ispirazione della Sacra Scrittura e il ruolo della Parola di Dio nella vita della Chiesa».

Anno dopo anno, conclude Fisichella, la Domenica della Parola assolve sempre più il suo compito di rimettere la Scrittura nelle mani dei fedeli. «Ce ne accorgiamo dalle visite ad limina dei vescovi, che ci segnalano tante nuove iniziative. In Brasile, ad esempio, c’è non solo la Domenica, ma il mese della Parola». E del resto «la Bibbia è il libro più venduto, ma quello meno letto. Dobbiamo liberarlo dalla polvere delle nostre librerie, perché come diceva San Girolamo, l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo».