Chiesa

Duomo di Milano. Nuovo splendore per la Sacrestia Aquilonare

Redazione Internet martedì 30 novembre 2021

Un particolare dell restauro

Dopo tre anni di lavoro, è possibile contemplare la meravigliosa sacrestia Aquilonare, ubicata dietro l’altare maggiore del duomo di Milano. È stato presentato il restauro delle sue mura, edificate alla fine del ‘300 in prossimità del battistero di santo Stefano alle fonti, dove sant'Ambrogio ricevette il battesimo prima di essere consacrato vescovo della città.

L’intervento dà lustro all’intera cattedrale, aiuta a immaginare quale potesse essere l'aspetto originario dello stesso edificio e sempre dal punto di vista storico artistico ha permesso di conoscere meglio le intenzioni progettuali dei costruttori. Dalla sacrestia, infatti, si intuisce come sarebbe dovuto nascere il duomo: «Un germe che poi sarebbe fiorito in sei secoli di storia», afferma Gianantonio Borgonovo, arciprete del duomo, il quale non esita a definire l’opera «una testimonianza di inestimabile ricchezza».

Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda fabbrica del duomo, condivide la sua soddisfazione: «È una cosa meravigliosa. È un fatto che ci dà la dimensione e l'interpretazione del perché il Duomo sia così, con le sue guglie e i suoi marmi».

«Opere come questa dimostrano che tutti i luoghi della cultura nel momento in cui vengono ristrutturati, restaurati e innovati possono esercitare il ruolo di grande attrattore turistico», dichiara l'assessore regionale alla cultura Stefano Bruno Galli. E l'assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, a sua volta commenta «Il restauro della Sacrestia Aquilonare rappresenta qualcosa di importantissimo non solo per Milano, ma per l'Italia e il mondo. È un monumento patrimonio dell'umanità, un luogo di raccoglimento e di frequentazione turistica».

Dal prossimo 11 dicembre sarà data al pubblico la possibilità di visitare lo spazio sacro, dal pavimento realizzato con motivi stellati o agli affreschi secenteschi che adornano la volta. Non in forma ordinaria, perché si tratta di parti vitali della chiesa, spazi non sempre aperti al visitatore perché utilizzati ordinariamente per la preparazione alle celebrazioni.