Chiesa

Liturgia. «Il nuovo Messale? Alla portata di tutti e nel solco del Concilio»

Giacomo Gambassi venerdì 28 agosto 2020

La consegna del nuovo Messale al Papa da parte del cardinale Bassetti e del vescovo Maniago

«Era un testo che il Papa attendeva. E ce lo ha ribadito». Il vescovo di Castellaneta, Claudio Maniago, ha da poco concluso l’udienza con Francesco durante la quale, insieme con il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha consegnato al Pontefice il nuovo Messale Romano in italiano, frutto di quasi due decenni di lavoro della Conferenza episcopale italiana. Maniago, in qualità di presidente della Commissione episcopale Cei per la liturgia, ha guidato l’ultimo tratto di questo impegnativo percorso. «Il nuovo Messale – spiega ad Avvenire – guarda avanti. E, come ha sottolineato il Papa incontrandoci, consente alla Chiesa italiana di camminare sulle vie tracciate dal Concilio e sui sentieri della riforma liturgica che dal Vaticano II è scaturita».


Eccellenza, come ha accolto Francesco il nuovo libro che segnerà nel profondo la vita delle parrocchie?

Ha gradito molto e questo ci ha fatto veramente piacere. Non presentavamo al Papa qualcosa che gli era estraneo ma una “perla” che desiderava. Ha avuto parole di compiacimento e ci ha ricordato che i libri liturgici devono mostrare la Chiesa del Concilio. Ma, ha aggiunto, c’è bisogno anche di un cambiamento di mentalità.

Il Messale è pronto. Che cosa ci attende nei prossimi mesi?

Il volume è stato già stampato e al Papa abbiamo donato la prima copia. Adesso i libri verranno inviati ai vescovi. Poi da settembre saranno disponibili nelle librerie e verranno proposti dai distributori autorizzati. Il Messale, dal momento che è già approvato, potrà essere utilizzato fin da subito, ossia da quando arriverà in una parrocchia. Comunque saranno i vescovi a decidere nelle rispettive diocesi se fissare un inizio ufficiale dell’impiego. In ogni caso il Messale diventerà obbligatorio dalla prossima Pasqua, com’è scritto nel testo.


Si discute sulle novità relative al Padre Nostro e al Gloria. Ma non sono solo queste...

Ridurre un impegno così complesso a due o tre ritocchi significa non comprenderne la portata. Siamo di fronte a una nuova traduzione che è avvenuta alla luce dell’edizione tipica in latino del 2002. Pertanto il libro è stato rivisto nella sua totalità. La traduzione ha implicato anche e soprattutto lo sforzo di rendere il testo il più fruibile possibile e quindi anche di farne strumento di crescita per la Chiesa italiana.


Chi partecipa alla Messa dovrà “aggiornare” il proprio orecchio e, in alcuni casi, apprendere nuove espressioni?

Ci vorrà pazienza. Una pazienza che la pastorale ordinaria già contempla e che vedrà in prima linea i vescovi e i sacerdoti nell’aiutare il popolo di Dio. In realtà l’assemblea dovrà imparare poche variazioni. Infatti uno dei principi che ha guidato la stesura della traduzione è stato quello di cercare di alterare il meno possibile gli interventi dell’assemblea, per ridurre al minimo i disagi. È, appunto, il caso del Gloria e del Padre Nostro che sono convinto diventeranno presto familiari a tutti.


Poi ci sono altre variazioni che riguardano le parole pronunciate dal celebrante. Ad esempio nelle Preghiere eucaristiche.

Per favorire una maggiore attinenza all’originale latino sono state adottate espressioni italiane anche dai tratti poetici. Ad esempio, nella Preghiera eucaristica II si parla di "rugiada del tuo Spirito" che ha un afflato lirico non indifferente e che sostituisce "con l'effusione del tuo Spirito". Tutta la nostra ricerca ha inteso coniugare la fedeltà al testo dell’edizione tipica latina e la comprensibilità che significa in particolare rendere accessibile a chiunque quanto è contenuto nel libro liturgico.


E la veste editoriale del nuovo Messale?

Questo libro deve essere bello perché è chiamato a mostrare anche visivamente quanto teniamo in considerazione l’immenso tesoro della liturgia. Sono stati curati tutti i particolari, comprese la rilegatura e la copertina. E poi il Messale è corredato di immagini realizzate da Mimmo Paladino, grande ed esperto maestro in questo campo. Sono opere d’arte di stampo contemporaneo ma dal piglio semplice, che non vogliono essere invasive o sopraffare il testo ma intendono esserne a servizio. Infine anche nell’aspetto grafico prevale la sobrietà. Il Papa ha apprezzato tutto ciò e al Pontefice abbiamo detto che il volume è figlio delle migliori professionalità presenti in Italia.


Come aiutare le comunità ad aprirsi al nuovo Messale?

Già molte diocesi si stanno organizzando. Ad esempio, l’accoglienza del Messale è stata messa a tema negli incontri del clero che caratterizzano l’inizio dell’Anno pastorale. Si tratta di un testo che va conosciuto in ciascuna delle sue parti. E direi che questa nuova traduzione può diventare occasione per far emergere le potenzialità del Messale. Inoltre lo stesso libro ha alcune premesse che introducono al rito della Messa. E la Cei sta ultimando un sussidio curato dagli Uffici nazionali liturgico e catechistico che attraverso una serie di schede può essere di riferimento per i preti e gli operatori pastorali. La sfida è che ogni comunità si riappropri della sua responsabilità celebrativa e, approfondendola, riscopra la bellezza della liturgia come fondamentale nutrimento del cammino di fede.