Chiesa

Concorso Cei. 8x1000, quattro giovani «in un altro mondo»

LAURA DELSERE giovedì 23 giugno 2016
Quattro vincitori, tre continenti e un obiettivo: “avvicinare” le periferie del mondo raccontando dall’interno di un’opera sostenuta con l’8xmille dov’è arrivato l’aiuto dei fedeli italiani. Ad aggiudicarsi la terza edizione del concorso Cei “In un altro mondo” per un mese di volontariato internazionale sono Barbara Rotella, 25 anni, barese, la coetanea Irene Guidetti, reggiana, Ivan Agatiello, 27 anni, di Matera e la ventiduenne Silvia De Lucia di Certaldo (Firenze). La giuria del Servizio promozione per il sostegno economico alla Chiesa della Conferenza episcopale italiana, con gli esperti d’area della Caritas italiana, li ha selezionati tra circa 2.800 iscritti, poi in una rosa di venti finalisti, come i più adatti alle destinazioni di quest’anno. A poche ore dalla telefonata che comunicava la vittoria, sono stati convocati a Roma per un corso di formazione con la Caritas, ed è imminente la consegna dei biglietti aerei per Serbia, Ecuador, Filippine e Brasile. Dove saranno metà volontari, metà reporter sui social media, con foto  e video postati in tempo reale per documentare sul sito web www.inunaltromondo.it  gli effetti della firma e l’impegno di ogni giorno.  Barbara, caposcout iscritta a Biologia ambientale, oltre che blogger di viaggi e natura tra i più cliccati d’Italia (the Nature Jotter), atterrerà a Quito in Ecuador per poi trasferirsi ad Esmeraldas, capoluogo affacciato sul Pacifico, dove Focsiv ( Volontari nel mondo) con Ovci-La nostra famiglia e la fondazione “Don Gnocchi” gestisce animazione e doposcuola per bambini disabili, nel segno del contrasto ai pregiudizi e dell’inclusione sociale. Capo clan Agesci è anche Irene, studentessa di Bioingegneria edile- architettura a Bologna: nel suo curriculum anche esperienze di volontariato nei Balcani occidentali, oltre che uno sguardo allenato tra fotografia e videodocumentari. Porterà aiuto in Serbia, a Sid e a Belgrado dove i profughi mediorientali bloccati nelle Repubbliche ex jugoslave dalla chiusura della via balcanica all’Unione europea, ricevono assistenza anche dalla Caritas italiana (distribuzione dei pasti e kit igienico-sanitari, vestiario e sostegno psicosociale) in attesa di conoscere il loro destino.  Ivan raggiungerà invece i volontari impegnati nelle Filippine nella ricostruzione dopo il tifone Haiyan del 2013, il più forte mai registrato sul pianeta. Laurea breve in economia, parmense d’adozione, da fotografo freelance ha pubblicato reportages in Italia e all’estero.Nella sede Caritas diocesana di Roxas City, nella regione centrale di Capiz, collaborerà a progetti di formazione in agricoltura e allevamento per far ripartire l’economia di base che l’uragano ha distrutto. Check-in per Juazeiro do Norte, nella provincia orientale brasiliana del Cearà, per Silvia, la più giovane, che ha dimostrato carattere nei progetti di volontariato a cui si è dedicata finora, sia durante il servizio civile, sia da educatrice a Castelfiorentino, tra i minori del “Bronx” dietro l’angolo, quello che non indovineresti, oltre i quartieri residenziali, a cui solo l’associazionismo dà risposte. Per un mese si dedicherà a ragazze-madri ed ex prostitute delle favelas, per lo più minorenni, accolte con i figli dall’associazione diocesana “Maria Mae da vida” (Maria Madre della vita), sia con corsi di formazione professionale, sia curandone l’educazione emotiva. Con gli altri tre “colleghi” darà conto di come le firme dell’8xmille hanno cambiato tante vite, raccogliendo la sfida di papa Francesco: periferia, poveri e prossimità.