Chiesa

«La persona al centro» . L'Anno giubilare e la sfida dell'ospitalità

Alessia Guerrieri venerdì 25 settembre 2015
Il valore dell’ospitalità. Non è solo un letto, ma il significato spirituale e culturale che le strutture ricettive cattoliche offrono sul territorio. Un valore aggiunto che le case per ferie della Capitale (e non solo) si apprestano a dare anche nei prossimi mesi ai milioni di pellegrini che arriveranno a Roma durante il Giubileo della misericordia. Una sfida, che coinvolgerà le strutture della periferia capitolina, a cui ci si prepara facendo rete tra le associazioni di ispirazione cristiana impegnate nell’accoglienza. Ma anche ripartendo dalla particolarità dell’esperienza e dalla mission specifica del turismo religioso. Fare squadra con trasparenza, regolamenti chiari e senza perdere di vista il progetto sociale, spirituale e culturale che l’ospitalità cattolica da sempre incarna. È questo, appunto, lo spirito con cui ieri in Campidoglio il Centro italiano del turismo sociale (Cits) e il Centro turistico giovanile (Ctg) hanno organizzato l’incontro Il valore dell’ospitalità nel Giubileo della Misericordia; una giornata di approfondimento e formazione realizzata con il patrocinio dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, Roma Capitale, Universitas Mercatorum, l’ateneo romano di Tor Vergata, Assohotel, Assoturismo, Confesercenti e Cratec (centro ricerca arte turismo e cultura). La Capitale accoglierà i pellegrini con 267 strutture di associazioni cattoliche accreditate, esordisce il presidente del Cits Paolo Proietti, ricordando che «le persone ci scelgono per la nostra specializzazione, non cercano la struttura di lusso, ma una ospitalità diversa». L’impegno alla trasparenza fiscale, evocato anche dal Papa, dovrà inoltre essere una costante. Il turismo religioso è comunque di più di una voce del Pil; per gli operatori dell’accoglienza è soprattutto «il modo per applicare l’insegnamento di Gesù». Perché in ogni pellegrino che bussa alle nostre porte – dice perciò il responsabile del Ctg, Giuseppe Marangoni – si deve riconoscere il volto di Gesù». La persona al centro, dunque, ma ancor più la sua crescita interiore. Per questo oltre la stanza e il cibo, sono pronti anche animatori che aiuteranno i visitatori a districarsi tra le mille bellezze artistiche e religiose (è allo studio anche una app per i pellegrini predisposta da Assohotel). Con-correre, cioè «correre insieme non in competizione con altri», perciò è la parola d’ordine in vista del Giubileo, aggiunge Alberto Ferrari, direttore del Ce.S.I.Tu.S (centro studi e iniziative di turismo sociale, sostenibile e solidale), rispondendo al «valore dell’ospitalità che è dentro di noi. Accogliete l’ospite come se fosse Cristo». Ad apprezzare la volontà di «mettere al centro, anche in una città grande come Roma, l’aspetto interiore del viaggiare» è così l’assessore capitolino Luigina Di Liegro, riconoscendo che «i turisti stanno da voi perché l’atmosfera è diversa». In altri termini, si respira umanità. I turisti romani sono aumentati del 72% dal 2000 al 2014, senza contare quelli delle strutture religiose; per il Giubileo, è la stima di Francesco Olivieri dell’Universitas Mercatorum, il turismo religioso «crescerà del 3-5% negli alberghi e del 10% nell’extralberghiero»; dunque potrà essere una «importante opportunità » per apprezzare anche «tutte le case di accoglienza di periferia». Quel che non va perso tuttavia, aggiunge Nicolò Costa dell’università Tor Vergata, è «il giusto mix tra prezzo, solidarietà, fede e cultura».