Chiesa

IL DRAMMA DEI MIGRANTI. Montenegro: «La voglia di vivere non sia considerata un reato»

giovedì 10 ottobre 2013
"Io spero che la voglia di vivere che esprimono tutti questi fratelli che si mettono sul barcone per tentare di avere una vita migliore e diversa non sia considerata un reato". Sono parole dell'arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro.Appena rientrato da Lampedusa, è stato intervistato da Radio Vaticana sulla proposta di legge per l'abolizione del reato di clandestinità. "La voglia di vivere - dichiara senza esitazioni - è un diritto di ogni uomo! È strano che noi li condanniamo perché loro vorrebbero un futuro diverso e una speranza di vita nel cuore. Quindi non posso se non condividere questa apertura che spero davvero porti a qualcosa di nuovo e di diverso"."Io dico: se sta avvenendo questa tragedia come è avvenuta - denuncia monsignor Montenegro -, se altre tragedie ce ne sono state e forse noi non ne siamo venuti a conoscenza, probabilmente è perché c'è una legge che permette che succedano questi fatti. Io ho visto le salme, ho visto i volti di quei bambini. Queste vite spente devono far riflettere: qualcosa deve cambiare! L'Europa non si può reggere solo sull'economia e sono convinto che l'economia non riuscirà a fare un'Europa unita. Come ci dice il Papa è l'uomo al centro: è intorno all'uomo che bisogna ricucire una rete, una tela di vita nuova".Ieri l'arcivescovo si trovava a Lampedusa. "Ero presente - spiega - quando Barroso ha fatto il suo intervento. Lui si è impegnato affinché le nazioni europee siano più attente a questo problema. È un auspicio, un desiderio. Credo che questo sia legato a un futuro diverso dell'Europa. L'Europa se non sa guardare soprattutto ai poveri, come può sperare in un futuro?".Monsignor Montenegro ricorda che nei giorni scorsi a Lampedusa si è tenuto l'incontro dei direttori delle Caritas: "E l'impegno è proprio questo: una Chiesa che si unisce per farsi forte nel servizio dell'amore, che è chiamata a fare dal Vangelo".