Chiesa

Messina. L'arcivescovo Accolla: l'informazione sia servizio e aiuti a pensare

Domenico Pantaleo mercoledì 26 febbraio 2020

L'incontro a Messina sulla comunicazione

Si è svolto questa mattina a Messina un incontro dedicato al mondo dell'informazione organizzato dall'Ufficio diocesano comunicazioni sociali e dalla locale sezione dell’Ucsi, a cui hanno presenziato l’arcivescovo di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Giovanni Accolla, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. La giornata, che aveva come tema “Per narrare storie buone”, si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo. «Oggi l’informazione deve rispondere ad una vocazione di autenticità, deve riscoprire il dono principe di essere al servizio, non solo per informare, ma per formare le coscienze; questo è quello che ci manca – ha detto il presule –. Bisogna elevare un tantino il livello dell’informazione, passare dalla cronaca alla riflessione, al pensare. È necessario metabolizzare, fare lettura di ciò che oggi nel mondo accade, fare lettura interiorizzata per esprimerla con azioni conseguenti nella fedeltà a quella che è la nostra identità battesimale. In questa Quaresima – ha detto Accolla – chiediamo al Signore il dono di poter accogliere la sua Parola, perché ci sia un percorso di vera penitenza. Ci dia il Signore la capacità di leggere ciò che accade nel nostro tempo e nella nostra società per poter essere simboli fedeli come comunità ecclesiale, soggetto che testimonia, che ridà fiducia. Siamo chiamati ad essere testimoni di speranza».

Rivolgendosi poi agli studenti presenti all’incontro, tra questi anche una classe dell’Istituto nautico, il presule li ha inviati «a non usare sempre il gps, ad alzare la testa e guardare le stelle, quelle fanno luce, il gps no. Prima di essere fritti, bisogna essere infarinati. Leggeteli i giornali, lasciatevi contagiare dalla cultura del bene». E proprio ai giovani si è rivolto il direttore Tarquinio all’inizio del suo intervento. «I giovani abitano già il futuro, quello che verrà. Loro sono il futuro, e bisogna guardare con fiducia, stargli accanto, rispettandoli». Entrando nello specifico dell’incontro il direttore ha ricordato che «i giornali dovrebbero aiutare a superare i pregiudizi, cioè i giudizi costruiti prima e senza misurarsi con la realtà». Molto spesso questo non avviene, facendo così un cattivo servizio al lettore. «Nel nostro Paese c’è la tendenza a tenere le buone notizie nascoste – ha proseguito Tarquinio – per dare spazio alle cattive notizie». Compito del buon giornalista secondo il relatore è quello di trovare una buona notizia anche dentro le cattive notizie. «Vedi le inchieste di Avvenire sulla Terra dei fuochi – ha ricordato – e il movimento che si è venuto a creare. In quel caso il non rassegnarsi delle persone è la notizia buona». Lo stesso papa Francesco nel messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali invita i giornalisti a essere raccontatori di storie buone. Concludendo il suo intervento il direttore ha auspicato che i giornalisti possano «avere occhi per vedere quello che stiamo vivendo oggi. Fare il giornalista significa cercare di capire cosa è utile e renderlo memorabile».