Chiesa

Francesco a Carpi. L'ultima tappa del Papa a Mirandola, accanto alle vittime del sisma

Maria Silvia Cabri sabato 1 aprile 2017

Il vescovo Cavina; alle sue spalle la stele di San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola, a ricordo delle 28 vittime del sisma del maggio 2012

In memoria delle 28 vittime del sisma del 2012, lo scorso anno, il 27 maggio, a San Giacomo Roncole di Mirandola è stata inaugurata una stele. Erano presenti il vescovo Cavina e numerose autorità, insieme ai parenti delle vittime. «Ho sempre cercato di essere ottimista – ha detto Andrea Grilli, figlio di Enea, deceduto nel crollo dell’azienda di cui era uno dei titolari – ma ammetto che dopo la giornata in cui ho perso mio padre è stato molto difficile».

«Chi ha perso un familiare nel terremoto non ha bisogno di particolari simboli per ricordare – ha proseguito Grilli –, ma è importante che questi ugualmente ci siano, perché chi passerà di qui, chi verrà dopo di noi, sappia cosa è successo e senta che il 20 e 29 maggio 2012 possono essere le prime pietre di un futuro in cui le catastrofi naturali, come il terremoto, non tolgano più la vita».

«Ho sposato in pieno l’iniziativa e, finché sarò in vita, continuerò ad adoperarmi perché chi è morto in questa tragedia sia ricordato» è il commento di Anna Cannavacciuolo, madre di Biagio Santucci, o più semplicemente Biagio, il giovane a cui tanti si riferiscono ormai come si farebbe con un amico. La sua morte sempre il 29 maggio 2012, a soli 24 anni, nel capannone dove stava lavorando, ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita della madre e dei fratelli Cristian e Luana. Un dolore che solo la fede può aiutare a sopportare giorno dopo giorno.

«Nel luglio 2013 – ricorda la madre – sono stata invitata dalla parrocchia di Mirandola a tagliare il nastro all’inaugurazione della sala della comunità. In quell’occasione ho avuto modo di incontrare il vescovo Cavina ed è stato importante». Oltre alla fede, per Anna c’è anche un’attività che da la coinvolge particolarmente. «Il rischio – dice – è di chiudersi in se stessi e di non riuscire ad andare avanti. Per questo a un anno dalla morte di Biagio ho dato vita al gruppo “Le mamme del giorno dopo”, che riunisce in tutta Italia donne che come me hanno perso un figlio. Con le parole, i ricordi, la condivisione, cerchiamo di sostenerci a vicenda, ma anche di organizzare iniziative benefiche».

Perché nel nome di Biagio e di altri ragazzi prematuramente scomparsi possano sbocciare piccoli, grandi gesti di solidarietà verso il prossimo. Il memoriale, ideato dall’architetto Federica Gozzi, è una struttura composta da ventotto elementi verticali, in acciaio, che dal terreno si protendono al cielo e sono spezzati ad altezze differenti. Rappresentano le ventotto vittime del terremoto e la loro diversa età, provenienza e fede. E proprio quella stele sarà l’ultima tappa della visita del Papa: dopo aver deposto una corona di fiori innanzi al memoriale, il Pontefice salirà sull’elicottero alla volta del Vaticano.

IL PROGRAMMA DELLA VISITA DEL PAPA