Chiesa

«SLARGATE IL PENSIERO». Lezioni di economia, etica, vita, fede e speranza Così il cardinale parlava ai banchieri del territorio

Massimo Calvi mercoledì 28 agosto 2013
Finanza, credito, ma anche etica, vita, famiglia, giovani, speranza, fede. Per­ché l’attività economica non è sepa­rabile dalle grandi questioni che coinvol­gono la persona e la sua dignità, non vi è vero sviluppo se non ponendo al centro l’uomo. Il cardinale Ersilio Tonini ha in­contrato spesso il mondo delle Banche di credito cooperativo e Casse rurali, invita­to a convegni, assemblee, celebrazioni. Un 'pellegrinaggio' tra le Bcc, dal 1998 al 2008, del quale vi è testimonianza in un’antolo­gia di interventi, lezioni e riflessioni con­segnate ai 'banchieri del territorio', cura­ta da Sergio Gatti, direttore generale Fe­dercasse, e intitolato « La finanza che ser­ve » (edizioni Ecra). Ne abbiamo tratto al­cuni passaggi significativi.
Giovani. «Quando parliamo di giovani, il primo pensiero che si deve fare non è con­tinuare a ripetere il solito discorso del di­sagio giovanile, immaginando che siano tutti ragazzi un po’ marcescenti, tutti tisi­cucci che non sanno cosa fare. La doman­da giusta da porsi è questa: come prepa­riamo i ragazzi a vivere il futuro?' 
Tecnologia. «Mio padre era robustissimo, ma al termine della trebbiatura stava sem­pre poco bene. Erano uomini che portava­no sulle spalle sacchi di grano di un quin­tale o di mezzo quintale, poi le balle di pa­glia: una fatica infinita, cari miei! E adesso vedete come sono cambiate le cose… Chi ha vissuto quell’epoca benedice l’arrivo della tecnologia. (…) Bisogna far sapere ai ragazzi che sono destinati a vivere in que­sto mondo straordinario, che ha delle no­vità attese da generazioni intere. E devono prepararsi».
Etica/1. «Purtroppo nell’opinione pubbli­ca – e me ne accorgo quando si fa qualche dibattito in tv – l’etica è pensata come la 'scienza dei no'. Sento dire: 'Adesso a­scoltiamo monsignor Tonini: perché la Chiesa dice no?'. L’etica la si pensa sempre come correttivo, come limite. È un errore formidabile! Che cosa vuol dire etica? L’etica è l’attività della nostra mente che mi­sura quello che fai. Lo misura non usando una bilancia o un metro, ma domandan­dosi: è giusto o non è giusto? È vero o è fal­so? È bene o è male? Ti sei arricchito spiri­tualmente o ti sei impoverito spiritual­mente?»
Etica/2. «Perché noi siamo frutto di due na­scite: la prima è quella che viene dal grem­bo materno. Ma la seconda è quella che viene dal nostro grembo, dalla nostra vo­lontà, dalle nostre scelte. Tu sei quel che ti sei fatto. I genitori ti hanno dato il materiale grezzo, per il resto poi ti sei fatto tu. L’edu­cazione non è questo forse? È aiutare un ra­gazzo ad avere capacità di agire. Perché se sei maschio, sarai sempre maschio, se sei femmina sarai sempre femmina, se sei pic­colo sarai sempre così, se sei un gigante sa­rai sempre così. Ma quello che puoi fare può cambiare la tua vita all’improvviso. E un giorno ti accorgerai che la tua fortuna è quella di avere avuto la mamma che ti di­ceva: 'Ragazzo salvati l’anima'. Che poi è la raccomandazione di Socrate ai suoi a­lunni prima di morire. (…) Allora che cos’è l’etica? L’etica è l’attenzione dell’anima a perfezionare la propria vita, a fare della vi­ta un grande dono. Dunque l’attenzione a fare non è porre un limite, è un sì alla vita, è un sì a un sogno, a inseguire una specie di utopia».
Casse Rurali. «Le Casse Rurali sono nate da una scommessa. Forse da un’utopia. In molti libri contabili delle Casse più anti­che si legge che il primo prestito venne fat­to per l’acquisto di un aratro o di un maia­le. La scommessa non era che quella som­ma potesse essere restituita, o almeno non solo quella. La scommessa era che da un a­ratro o da un maiale potesse cambiare la vi­ta delle persone, potesse iniziare il loro svi­luppo, non solo la loro crescita economi­ca, ma proprio il loro miglioramento».
Europa e Africa. «L’Europa è fortissima­mente legata al continente africano. Sono due continenti gemelli, destinati a condi­videre la stessa storia. Se l’Europa non si decide e non si muove, l’Europa sprofon­derà con l’Africa. Siamo di fronte a una cri­si assurda. E se ne sta accorgendo la gente semplice».
Sentimenti e coscienza. «Due sono le pa­role che nel linguaggio dei romagnoli con­tano più di altre: i sentimenti e la coscien­za. Sono parole scomparse. Dai politici non si sente mai pronunciare la parola senti­menti, né la parola coscienza. Neanche i giornali lo fanno. Ed è a questa ricchezza infinita invece che è collegato il futuro».
Nascita. «Qual è l’evento più straordinario del mondo? Non è forse il nascere? Non è forse la nascita l’unico evento che è sem­pre un miracolo agli occhi di tutti? Per il fi­glio della serva, come si diceva una volta, e per la Regina d’Inghilterra, la nascita è sempre qualcosa di straordinario, forse an­cora di più per il figlio della serva. Qualcu­no che nasce da te, ma non è fatto da te: è questa la cosa più stupefacente».
Preghiere. «Mia madre - che era una con­tadina che aveva fatto la terza elementare, ma che era profondamente religiosa ­quando arrivai ad avere quattro anni mi disse: 'Da adesso le preghiere le dirai per conto tuo. Sappi che quando sei venuto al mondo, tuo padre ed io abbiamo fatto tan­ta festa: fai festa allora anche tu ogni mat­tina, appena ti svegli'. Voleva che anche io, svegliandomi ogni mattina, facessi festa come aveva fatto lei al momento della mia nascita».
«Monetica». «Oggi è in gioco proprio quel grande momento del nascere. È in discus­sione l’elemento più straordinario su cui si basa il futuro. È la grande questione di dove va la ricerca scientifica, che oggi ha bi­sogno di immensi capitali: non a caso so­prattutto in America i grandi capitali si ri­versano proprio lì, nella ricerca scientifi­ca. Der Spiegel, uno dei più grandi setti­manali tedeschi, ha titolato una sua in­chiesta poco tempo fa 'Soltanto il merca­to regge tutto', compresa la ricerca scien­tifica. Ogni volta che viene scoperto un nuovo gene nascono nuove farmacopee: insomma, c’è il rischio che la bioetica di­venti monetica».
Immigrazione. «Nell’Europa unita non tut­to è già a posto. Niente affatto. Non vede­te che c’è già la sfida? La presenza del mon­do afro-asiatico: gli statistici calcolano che nel 2040-2050 dovrebbero esserci circa 63 – e c’è chi dice 83 – milioni di afro-asiatici in Europa. Ne sanno già qualche cosa le scuole di periferia delle nostre città. E an­che da questo segnale si presume se ci sarà pace o se non ci sarà affatto nel futuro, per­ché quella presenza, se non ben gestita, porterà di certo la guerra all’interno. La guerra tra le nazioni potrebbe essere sosti­tuita dalla guerra all’interno del Paese, tra i cittadini».
Futuro. «Non abbiate paura del futuro: il terrorismo e la stupidità non distrugge­ranno il mondo. Fate capire ai vostri figli che li avete ricevuti in dono. Comunicate loro lo stupore e formate le loro coscienze, insegnando il gusto del fare il bene».
«Slargate il pensiero». «Ma voglio conclu­dere davvero con il messaggio essenziale: slargate il pensiero. Seguite le vicende sto­riche. Abbiate il coraggio di farvi aiutare da uomini particolarmente preparati per ve­dere che cosa accade al di là dell’econo­mia. Per contribuire a far sì che il mondo non sia governato soltanto dalle leggi eco­nomiche, ma sia governato dalle coscien­ze. E le coscienze possono governare il mondo soltanto dopo che hanno scoper­to che ognuno di noi ha un valore infinito».