Chiesa

Modena. L?addio a Cocchi. Castellucci: accolto in cielo dai poveri che ha amato

domenica 8 maggio 2016
U n vescovo in sorprendente sintonia con il ministero di Francesco: questo è stato Benito Cocchi, arcivescovo emerito di Modena-Nonantola, morto lunedì scorso a Bologna, di cui sono stati celebrati ieri nella Cattedrale di Modena i funerali. E anche il Papa ha voluto essere presente con un messaggio di cordoglio inviato all’arcidiocesi. Nato a Minerbio (Bologna), Cocchi fu ordinato sacerdote nel 1959. Nel 1975 l’ordinazione episcopale a Bologna dove divenne vescovo ausiliare. Fu nominato vescovo di Parma il 22 maggio 1982. Fu inoltre amministratore apostolico di Piacenza-Bobbio. Ebbe il ruolo di presidente di Caritas italiana dal 1996 fino al maggio 2003. Nominato arcivescovo di Modena-Nonantola nel 1996, vi rimase fino alla rinuncia, per raggiunti limiti di età, nel novembre 2009. Dell’episcopato modenese di Cocchi sono ricordati in particolare l’istituzione della tradizione della «Lettera alla città», in occasione della festa del patrono Geminiano, il 31 gennaio, come momento di riflessione e impegno. I modenesi citano ancora la bontà d’animo, l’attenzione a tutti, specialmente per gli ultimi, lo sguardo intelligente sulla Chiesa e sulla città. Con l’arcivescovo Erio Castellucci, suo successore, a concelebrare i funerali vi erano otto vescovi della regione o legati a Cocchi, assieme a un centinaio di sacerdoti. Presenti moltissimi fedeli, oltre alle autorità civili delle Chiese di Modena-Nonantola, Parma e Bologna. Nell’omelia l’arcivescovo ha ricordato che «don Benito non è salito al cielo da solo, ma atteso e scortato da una schiera di amici che gli sono riconoscenti per la sua bontà. Scortato, soprattutto, dai tanti poveri ed emarginati da lui assistiti anche personalmente: sapeva vedere la ricchezza del Signore là dove molti scorgevano solo problemi e miserie. Credo che uno dei servizi a lui più congeniali sia stato quello di guidare, come Presidente, la Caritas italiana per sei anni». Don Paolo Losavio, vicario generale negli anni del ministero di Cocchi, ha aggiunto: «Ricordiamo con immensa gratitudine la sua grande umanità, la sua paternità; il suo rispetto per ogni persona, la sua capacità di porsi in relazione con tutti e di creare sempre contatti, mai formali, sempre autentici ed immediati». La salma dell’arcivescovo è stata tumulata nel cimitero cittadino di San Cataldo, nell’attesa della traslazione in Cattedrale Mariapia Cavani © RIPRODUZIONE RISERVATA Il funerale di Cocchi in Cattedrale