Chiesa

Il fatto. Miracolo a Loreto: così madre Elisa Martinez salirà agli altari

Sabino Amedeo Lattanzio sabato 25 febbraio 2023

Un dipinto che ritrae madre Elisa Martinez che presto salirà agli onori degli altari (particolare)

Il 23 febbraio 2023 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della venerabile serva di Dio madre Elisa Martinez. Con tale pronunciamento sarà ormai prossima la beatificazione della religiosa pugliese.

Il miracolo in questione consiste nella guarigione di una bimba di Loreto ancora nel seno materno da «trombosi e occlusione completa calcificata dell’arteria ombelicale sinistra fetale» con «esteso infarto placentare e plurifocali alterazioni dei villi come da ipossiemia», nonché «gravissimo ritardo di crescita fetale intrauterina associato a condizioni di brain sparing».

Venendo a conoscenza della gravissima situazione che stava vivendo la mamma della futura bimba miracolata che portava ancora nel seno, la superiora generale delle Suore Figlie di Santa Maria di Leuca, madre Ilaria Nicolardi, ha fatto iniziare nelle varie comunità del suo Istituto una novena di preghiera per chiedere il miracolo per intercessione della loro venerabile madre fondatrice. Le preghiere hanno continuato ad accompagnare tutto il periodo della gravidanza e la piccola è nata il 19 marzo 2018 in perfette condizioni.

Si tratta, pertanto, di un caso straordinario per l’evoluzione clinica che lo ha caratterizzato e che è inspiegabile sul piano delle attuali conoscenze scientifiche. È bello pensare che in vita Madre Elisa aveva un amore di predilezione per i piccoli ed è stata anche molto vicina alle mamme, specialmente verso le “ragazze madri”. L’avvenuto miracolo ci conferma che ella anche dal cielo continua a prendersi premurosa cura delle mamme e dei loro piccoli.

Madre Elisa Martinez nacque a Galatina (Lecce) il 25 marzo 1905 da Giacomo e Francesca Rizzelli, in una agiata e numerosa (otto figli) famiglia di sani principi morali e religiosi. Fin dalla più tenera età si contraddistinse per un trasporto naturale verso gli ideali di fede, la preghiera, per un amore particolare a vantaggio dei più indifesi e dell’infanzia, amore, quest’ultimo, che si accentuò frequentando le scuole magistrali. Nel 1928 entrò tra le Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore ad Angers. Nel 1932 per motivi di salute fu costretta a lasciare l’Istituto ma non l’ideale di continuare a seguire il Signore che aveva su di lei altri progetti. Infatti, per ispirazione divina, Elisa pensò di fondare un istituto religioso e nel 1934 cominciò a muovere i primi passi.

Il 20 marzo 1938 – giorno seguente la solennità di san Giuseppe, sotto la cui protezione volle mettere la sua persona e le sue compagne – con l’aiuto del parroco di Miggiano (Lecce), don Luigi Cosi, diede inizio alla Pia Unione delle Suore dell’Immacolata, sull’esempio di Gesù buon pastore che va in cerca della pecorella smarrita, la raccoglie e la riporta all’ovile (Lc 15,3-5), affinché andassero incontro agli emarginati, ai carcerati, alle madri nubili e si dedicassero, inoltre, alla catechesi nelle parrocchie e all’educazione della prima infanzia.

La fondatrice fin dagli inizi, nonostante la sua giovane età, manifestò un grande spirito di maternità verso le sue suore, aspetto che la contraddistinse per tutto il resto della vita, affrontando i più grandi sacrifici pur di non far mancare nulla a nessuna di loro. Il 15 agosto 1941 il vescovo di Ugento, monsignor Giuseppe Ruotolo, eresse la pia unione in istituto di diritto diocesano, suggerendone il cambio del nome in Figlie di Santa Maria di Leuca, in onore al maggior santuario mariano presente in diocesi e nel Salento.

Mentre la sua opera andava espandendosi in più parti di Italia tra sofferenze e peripezie, nel 1943 madre Elisa ottenne la grande consolazione del decreto di erezione di diritto pontificio del suo istituto. Intanto, col passare degli anni, l’istituto si estese in diverse parti del mondo, a cominciare dall’Europa, fino a raggiungere l’America e il continente Asiatico (India, Filippine).

Dopo una lunga vita tutta spesa per la maggior gloria di Dio, ad onore della Vergine Maria e per il bene dei fratelli, i più bisognosi, provata come oro nel crogiolo da grandi sofferenze fisiche e morali, l’8 febbraio 1991 andò incontro allo sposo divino, lasciando la grande eredità di 55 comunità religiose distribuite in otto Paesi, con 600 sue amate figlie che hanno diffuso il suo carisma con immutata fedeltà. Ultimamente l’istituto da lei fondato si è esteso anche in Vietnam e in Messico.

Sabino Amedeo Lattanzio è il postulatore della causa di beatificazione