Chiesa

Santi & beati. La Chiesa avrà due nuovi santi (una italiana). Una bambina è venerabile

Riccardo Maccioni giovedì 25 novembre 2021

A essere canonizzati saranno Tito Brandsma (1881-1942) e Maria di Gesù (al secolo Carolina Santocanale 1852-1923) di cui è stata riconosciuta l’intercessione per un miracolo.

La Chiesa avrà presto due nuovi santi e cinque beati mentre tra i sei neo venerabili spicca il nome di monsignor Antonio, meglio noto come "don Tonino", Bello. Il Papa, infatti, ricevendo il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Marcello Semeraro, ha autorizzato i relativi decreti. A essere canonizzati saranno Tito Brandsma (1881-1942) e Maria di Gesù (al secolo Carolina Santocanale 1852-1923) di cui è stata riconosciuta l’intercessione per un miracolo.

Brandsma, nato a Bolsward, nei Paesi Bassi, carmelitano, filosofo, pioniere della stampa cattolica e impegnato nel dialogo ecumenico, fu un serio avversario del regime nazista, pagando questo suo atteggiamento con l’uccisione a Dachau. Andò incontro alla morte pregando per i suoi carnefici. Era beato dal 1985.

La nuova santa italiana è Maria di Gesù (al secolo Carolina Santocanale 1852-1923), di cui parliamo più diffusamente più sotto.

Agli onori degli altari come beati in quanto martiri, senza cioè necessità di un miracolo, saliranno Enrico Planchat, Ladislao Radigue e 3 compagni, uccisi in odio alla fede il 26 maggio 1871 a Parigi, durante l’esperienza della Comune.

Come si diceva il Papa ha dato il via libera anche al riconoscimento delle virtù eroiche di sei nuovi venerabili, Oltre a monsignor Bello sono:

Giovanni di Gesù Maria (carmelitano scalzo spagnolo, al secolo Giovanni de San Pedro y Ustarroz 1564-1615);

Giorgio Guzzetta (sacerdote oratoriano, 1682-1756) appartenente alla comunità albanese di Sicilia, ponte di dialogo con l’Oriente cristiano;

Natalina Bonardi (al secolo Maria, 1864-1945), educatrice, fondatrice delle Suore di Santa Maria di Loreto;

Maria Dositea Bottani (al secolo Maria Domenica 1896-1970). già superiora generale delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata, di Gandino;

Odette Vidal Cardoso (brasiliana, 1931-1939) la "piccola mistica", attenta ai poveri che durante la sua breve vita avrebbe avuto dialoghi personali con Gesù.

Maria di Gesù Santocanale: chi era

L’immagine riassume una vita intera. «Abbandonò le comodità e si fece povera tra i poveri. Da Cristo, specialmente nell’Eucaristia, attinse la forza per la sua maternità spirituale e la sua tenerezza con i più deboli». Così papa Francesco definì Maria di Gesù Santocanale, nel richiamare la sua beatificazione avvenuta il 12 giugno 2016. Oggi con il via libera al decreto che riconosce un miracolo per sua intercessione si aprono le porte alla canonizzazione della religiosa, che sarà dunque presto santa. Nata Carolina, Maria di Gesù Santacanale vide la luce a Palermo il 2 ottobre 1852. Desiderosa sin da piccola di consacrarsi al Signore, dovette ritardare il suo progetto a causa delle condizioni di salute. Trasferitasi a Cinisi impostò il cammino di una nuova opera nel solco della spiritualità francescana e il 13 giugno 1887 ricevette il saio di Terziaria Regolare. Nel 1891 poi con le prime compagne si trasferì nella casa ereditata dai nonni iniziando il suo apostolato di servizio ai poveri e ai malati. Avendo accolto nel suo Istituto un certo numero di orfanelle, l’Opera si trasformò in Orfanotrofio cui seguì la creazione di un educandato. Il 13 giugno 1910 ottenne il via libera alla Regola che disciplinava la vita religiosa sua, e delle prime consorelle, insieme al decreto di aggregazione del nuovo Istituto all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il percorso dell’Istituto non fu tuttavia per niente facile. La Prima Guerra Mondiale ostacolò profondamente la sua crescita e l’arcivescovo di Monreale, viste la mancanze di fondi, impose alla prossima santa di chiudere il noviziato. Prove che minarono la salute di madre Maria di Gesù. Per curarsi la religiosa si trasferì a Palermo dai suoi fratelli, recuperando le forze tanto da rientrare a Cinisi dove il 24 gennaio 1923 ricevette l’autorizzazione alla riapertura del Noviziato e il decreto di conferma dell’Istituto. Morì il 27 gennaio 1923.