Chiesa

FEDE NELL'EX URSS. Karaganda, una Cattedrale dove si stendeva il gulag

Daniele Piccini sabato 12 febbraio 2011
Sulla stessa terra di desolazione dove l’ex Unione sovietica seppelliva in fosse co­muni i suoi avversari, politici o religiosi, sorge ora la Cattedrale catto­lica di Karaganda. Il gulag di Karlag, situato nelle steppe tra Russia e Cina, nell’attuale Kazakhstan, ai tempi dell’op­pressione stalinista si estendeva su una superficie di 250 chilometri quadrati: un im­menso campo di concentra­mento in cui persero la vita, tra gli altri, migliaia di cristia­ni. Nessuno conosce più la maggior parte dei loro nomi e dei loro volti, cancellati dalla mi­cidiale abrasione di anonime sepolture di massa. Ora le guglie neogotiche della nuova Cattedrale racconteranno il loro riscatto. Le navate interne, spaziose e luminose, insieme alle pietre caucasiche della facciata, trasmet­teranno la loro storia alle oltre cento popola- zioni che convivono in questo territorio.La costruzione della Cattedrale è stata possi­bile grazie alle generose donazioni di molti fi­nanziatori dell’Europa occidentale, tra cui l’As­sociazione Luci sull’Est, nata a Roma nel 1991 con lo scopo di diffondere e difendere i valo­ri della cristianità nei territori dell’ex-Urss. «Abbiamo donato circa 200 mila euro per l’e­dificazione della Cattedrale – spiega Juan Mi­guel Montes, di origine cilena, membro del consiglio e tra i principali fondatori di Luci sull’Est – costruita con materiali di altissima qualità, che in quelle regioni per fortuna si possono trovare a prezzi ragionevoli. L’allora vescovo di Karaganda, monsignor Jan Pavel Lenga, che ha lasciato pochi giorni fa per mo­tivi di salute, nel 2003 ha chiesto al governo ka­zako di poter realizzare la Cattedrale proprio in quel luogo sacro, per commemorare tutti i martiri, di oltre 120 etnie, dell’Unione sovie­tica. Nel 1917 – prosegue Montes – alla fine dell’Impero russo, c’erano circa nove milioni di cattolici. Tutti quelli di rito latino attorno a­gli anni ’40-’50, erano praticamente scom­parsi. Il gulag di Karlag era proprio quello de­stinato ai cattolici, la gran parte polacchi, ucraini, tede­schi, ma anche lituani e bie­lorussi, che qui morivano fu­cilati o per gli stenti. Proprio qui infatti è morto martiriz­zato il sacerdote Alexij Sarit­ski, proclamato beato da pa­pa Giovanni Paolo II nel 2001».La prima pietra è stata posa­ta nel 2005, alla presenza dell’allora segreta­rio di Stato vaticano, il cardinale Angelo So­dano. Ormai ultimata, la Cattedrale è tra le più grandi del Kazakhstan ed è stata dedicata al­la Madonna di Fatima. In uno dei suoi tre se­greti la Vergine aveva profetizzato i disastri provocati dagli «errori dell’Unione sovietica sparsi nel mondo», sui quali tuttavia, alla fine, avrebbe «trionfato il Cuore immacolato di Ma­ria». «Ormai – conclude Montes – vanno tutti fieri di questa Cattedrale. Perfino il sindaco di Karaganda, benché certamente non cattoli­co, si è detto orgoglioso di poter avere nel suo comune la 'Notre Dame dell’Asia'».Oltre al­la costruzione della Cattedrale di Karaganda, l’Associazione Luci sull’Est, attiva in 18 Paesi, supporta le attività della Biblioteca dello Spi­rito e dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mo­sca, soprattutto nella stesura dell’Enciclope­dia cattolica in lingua russa. In Ucraina ha for­nito supporto al Centro multimediale cattoli­co e all’opera degli Oblati di Maria Immaco­lata di Kiev. A Luci sull’Est si deve inoltre la dif­fusione di oltre quattro milioni di libri religio­si, di oltre 14 milioni di stampe e 81 mila sta­tuette della Madonna di Fatima. La nuova Cattedrale di Karaganda.