Chiesa

INTERVISTA. Crociata: «Le catechesi portano nel cuore della Gmg»

Mimmo Muolo mercoledì 24 luglio 2013
Non c’è Gmg senza catechesi. Non c’è Gmg senza questo particolare momento di «riflessione, assimilazione del messaggio e di condivisione con gli altri». Parola del vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che con altri 14 vescovi italiani si accinge a parlare in tre momenti diversi ai gruppi di ragazzi provenienti dall’Italia. Le catechesi iniziano oggi e com’è tradizione si svolgeranno anche giovedì e venerdì. Così, in prossimità dell’impegno, il vescovo si sofferma sul suo particolare significato.Siamo ormai in pieno clima Gmg. Qual è il peso specifico delle catechesi all’interno del programma della Giornata?Colpisce immediatamente il loro ruolo di momento di riflessione affidato ai vescovi catechisti. Ma io direi che sono anche un’esperienza di assimilazione del messaggio della Gmg, da condividere con gli altri. E infatti le catechesi occupano tre intere mattinate comprendendo l’incontro, l’ascolto, il confronto sul tema e la celebrazione della Messa. In questo senso possiamo affermare che le catechesi danno contenuto alla Giornata e lo fanno sedimentare nel cuore dei giovani, conducendoli all’incontro con il Signore. Una porta di ingresso nella Giornata, dunque?Un passo ulteriore. Non dobbiamo dimenticare, infatti, la Settimana missionaria che non solo in Brasile ha preceduto per diversi gruppi la Gmg vera e propria e ha permesso ai ragazzi l’incontro più diretto con le realtà locali. Anche questa è preparazione. Le catechesi continuano il percorso e permettono di entrare maggiormente nel clima.Nello specifico, il tema missionario come sarà declinato nelle tre catechesi?La prima tappa è la proposta della speranza, perché il nostro è un guardare al futuro animati dal senso di Dio e dalla promessa che viene da Lui. Quindi, la speranza si concretizza – ed è il secondo momento – in un cammino di discepolato dietro al Signore. Gesù chiede ai giovani di seguirlo in questo tempo e nella condizione di vita che è loro propria. Infine il terzo momento è l’invito ad andare. Sostenuti dalla speranza, esperti del cammino dietro a Cristo, i giovani si sentono mandati agli altri giovani per condividere l’esperienza dell’incontro con il Signore.Proprio di speranza e di futuro ha parlato Francesco nel suo primo e finora unico discorso alla Gmg. Come ha visto l’impatto del Papa sulla Giornata?Il primo incontro è stato calorosissimo e ha subito mostrato l’entusiasmo e il trasporto con cui il Papa si rapporta ai fedeli. C’è stato anche qualche momento di scompiglio, ma a causa del grande entusiasmo della gente. Ho trovato inoltre estremamente efficace la frase con cui il Santo Padre ha definito i giovani la finestra da cui il futuro entra nella storia. E questo deve impegnarci sempre più a trasmettere la fede alle nuove generazioni, poiché una Chiesa che non è capace di impegnarsi in questa direzione sta inaridendo la sua linfa vitale.La Chiesa italiana sembra ben avviata in tale direzione. Anche a Rio, nonostante la distanza e i costi, ci sono 8.500 ragazzi e 40 vescovi. Come valuta questa presenza?In effetti è di grande attualità la scelta della Chiesa italiana di dedicarsi al tema educativo. Ma non bisogna mai sentirsi appagati dei risultati raggiunti e continuare a lavorare. Quanto alla presenza a Rio è numericamente molto significativa, specie in rapporto alle condizioni attuali della vita, ed è espressiva della vitalità dei giovani cattolici italiani. Una vitalità che si può maggiormente comprendere se si considera che accanto ai pellegrini decine di migliaia di altri giovani si ritroveranno nelle Cattedrali e nelle piazze del nostro Paese per vivere momenti di incontro in sintonia con la Gmg di Rio. In sostanza il messaggio che tutti insieme questi giovani trasmettono è quello di una Chiesa giovane che condivide intensamente un’unica esperienza di crescita nella fede.  Anche la festa degli italiani di stasera si inserisce in tale contesto?È un momento tradizionale vissuto in quasi tutte le Gmg, con un duplice scopo. Testimoniare il modo in cui da italiani viviamo l’esperienza di fede ed entrare in sintonia con i tanti nostri connazionali che vivono qui. Il fatto che sia prevista una diretta dalla Rai dice della sua importanza e del messaggio di comunione che esso trasmette.