Chiesa

Il Triduo pasquale a Gerusalemme nel segno dell?Anno Santo

GIORGIO BERNARDELLI domenica 27 marzo 2016
Sulla via della croce là dove la Passione e morte di Gesù si è compiuta. Sulla via della croce immersi in una Terra Santa che attende anche in questo 2016 una Risurrezione capace di trasfigurare le sue tante ferite. È con questo spirito che Gerusalemme ha vissuto il suo Venerdì Santo. È scandito dai riti mattutini nella Basilica del Santo Sepolcro tutto il Triduo Pasquale a Gerusalemme: alle 8 di giovedì la celebrazione della Passione all’altare del Calvario, mentre ieri mattina alle 7,30 si è svolta la Veglia pasquale. Sono le stranezze imposte dalle consuetudini antiche legate alle regole di coabitazione tra le diverse confessioni nel luogo più sacro di tutta la cristianità. Anche per questo la vera protagonista di ogni Venerdì Santo a Gerusalemme è la Via Dolorosa, l’antica strada che dalla Porta di Santo Stefano si snoda secondo il tragitto che Gesù avrebbe compiuto fino al Calvario, in una zona all’epoca fuori dalle mura della città. Non è tanto una giornate di grandi parole, ma di gesti semplici di devozione di piccoli e grandi gruppi che percorrono questo itinerario con le loro croci. C’è però anche un significato più nascosto, quest’anno: la Via Dolorosa corre non lontana dalla Porta di Damasco, una delle zone più insanguinate in questi mesi dall’intifada dei coltelli che continua a seminare morte e paura a Gerusalemme. Non fanno più nemmeno notizia fuori da Israele e dalla Palestina, ma in sei mesi sono stati già oltre duecento gli attacchi, con decine di vittime e centinaia di feriti. C’era anche questa croce nel Venerdì Santo 2016 e i cristiani di Terra Santa lo sanno bene: è uno dei motivi per cui in questa Pasqua le strade della Città Vecchia sono meno affollate; c’è stato un calo drastico dei pellegrinaggi negli ultimi mesi. Anche se a mitigare la tristezza in questi giorni c’è una presenza nuova a lungo attesa: molti giovani della piccolissima comunità cristiana di Gaza, per la prima volta dopo otto anni si sono visti rilasciare il permesso per poter uscire dalla Striscia e venire al Santo Sepolcro, potendo vivere la Pasqua a Gerusalemme. L’altro segno del 2016 è quello giubilare: la Porta Santa che il patriarca Fouad Twal ha voluto alla Basilica del Getzemani, il luogo dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. È in questo posto chiave della Passione che a Gerusalemme si ottiene l’indulgenza; e per rendere ancora più visibile il legame tra la misericordia e il mistero che la Pasqua celebra, c’è un grande crocifisso davanti al quale ciascuno è invitato a passare prima di varcare questa Porta Santa. «Entrare da questa Porta – aveva detto presentando il segno giubilare il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal – significa per noi in Terra Santa in modo particolare, uscire da un mondo, quello della violenza, della morte e del peccato per entrare in un altro mondo: quello della misericordia e del perdono. Per noi in Terra Santa, in questo luogo unico dell’agonia del Signore, questo è il posto migliore per rappresentare il passaggio da un mondo all’altro ». © RIPRODUZIONE RISERVATA Processione sulla Via Dolorosa (Lapresse)