Chiesa

All'Angelus. Il Papa: sui diritti umani c'è ancora tanto da fare

Riccardo Maccioni lunedì 11 dicembre 2023

All'Angelus il Papa ha parlato di tutela dei diritti umani

La tutela dei diritti umani, l’impegno per la pace, la salvaguardia della casa comune e, naturalmente, l’avvicinarsi del Natale. All’Angelus, in piazza San Pietro, il Papa si è soffermato sui temi dell’attualità, a cominciare dal 75° anniversario della Dichiarazione universale dei ditti umani, firmata il 10 dicembre 1948. «Essa – ha detto in proposito il Pontefice - è come una via maestra, sulla quale molti passi avanti sono stati fatti, ma tanti ancora ne mancano, e a volte purtroppo si torna indietro. L’impegno per i diritti umani non è mai finito! Sono vicino - ha aggiunto Francesco - a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta».
Non è mancato naturalmente l’invito a continuare a pregare per la fine delle guerre che insanguinano il mondo. Andando verso il Natale, si è domandato il Pontefice, «saremo capaci, con l’aiuto di Dio, di fare passi concreti di pace? Non è facile, lo sappiamo. Certi conflitti hanno radici storiche profonde. Ma abbiamo anche la testimonianza di uomini e donne che hanno lavorato con saggezza e pazienza per la convivenza pacifica. Si segua il loro esempio! Si metta ogni impegno per affrontare e rimuovere le cause dei conflitti. E intanto – a proposito di diritti umani – si proteggano i civili, gli ospedali, i luoghi di culto, siano liberati gli ostaggi e garantiti gli aiuti umanitari. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele».
A margine della preghiera mariana, in cui il Papa ha ricordato il tragico incendio nell’ospedale di Tivoli esprimendo vicinanza alle vittime, l’invocazione a Dio per la conclusione della Cop28 a Dubai. «Vi chiedo – ha detto in proposito papa Bergoglio - di pregare perché si arrivi a buoni risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle popolazioni».

Da Francesco anche l'invito a un uso moderato dei social media - Ansa


In precedenza, Francesco aveva dedicato la sua riflessione per la seconda domenica d’Avvento soffermandosi su due immagini, quelle del deserto e della voce, legate alla figura di Giovanni Battista, protagonista della pagina di Vangelo. Si tratta di strade, ha riflettuto il Pontefice, in apparenza contrastanti, in realtà legate tra loro. «Il deserto – ha continuato il Papa - è il luogo del silenzio e dell’essenzialità, dove non ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere». Di qui l’invito al silenzio e alla sobrietà, «nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social», che «non sono solo “fioretti” o virtù, sono elementi essenziali della vita cristiana».
Infine, strettamente connesso all’immagine del deserto, l’invito al buon uso della voce che è «lo strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore. Capiamo allora che è molto collegata con il silenzio, perché esprime ciò che matura dentro, dall’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce. Fratelli e sorelle, se non si sa tacere, è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola.