Chiesa

SAN FRANCESCO. Gubbio, con «frate Lupo» a scuola di riconciliazione

Beatrice Vergari e Daniele Morini mercoledì 14 agosto 2013
Chi non ricorda il "piè ritto" sopra la "mano di santo Francesco"? L’immagine del lupo di Gubbio, feroce e famelico, di fronte alla forza ammaliatrice di un giovane vestito di sola iuta è impressa nell’immaginario di ognuno, a ogni latitudine. Francesco d’Assisi, proprio lui, amorevolmente conquista la bestia che terrorizza il contado eugubino, la avvicina, la "umanizza" pur nel rispetto della sua dimensione di creatura dell’universo tutto, creato da Dio. Francesco e il lupo di Gubbio, faccia a faccia. Un confronto alla pari, un patto di pace. Gubbio, seconda patria di san Francesco dopo Assisi, riscopre e valorizza la forza di quest’immagine dirompente, riannodando i fili della storia e dell’iconografia cittadina, alla prova con due grandi appuntamenti in questo decennio, gli ottocento anni dalla nascita ufficiale della prima comunità francescana a Gubbio (1213) e l’episodio dell’ammansimento (1218/1219).«Celebriamo il primo di questi due importanti eventi francescani – spiega il vescovo di Gubbio, Mario Ceccobelli – con un intero anno di iniziative tra il 2013 e il 2014, mettendo insieme arte, liturgia, spiritualità e cultura». In questo quadro, anche una lettera pastorale del vescovo di Gubbio, per riscoprire – recita il testo –«i valori dell’accoglienza e dell’umiltà, della condivisione e della pace che hanno fatto di Francesco un Vangelo vivente e che anche il nostro patrono sant’Ubaldo aveva cercato di trasmettere ai suoi fedeli, praticando costantemente la virtù della misericordia».A proporre un percorso iconografico ci pensa «Fratello Lupo, Sorella Arte. Il Cap. XXI dei Fioretti dell’iconografia eugubina», una mostra di immagini, ospitata nel Chiostro della Pace del convento di San Francesco a Gubbio (fino al 6 ottobre), che apre la strada a un itinerario cittadino tra chiese e musei - otto tappe - alla scoperta di cinque secoli di arte: pittura, scultura, ceramica, fino alla doratura di uno scranno ligneo. «È una mostra che raccoglie quasi tutte le immagini relative all’iconografia storica di san Francesco e il lupo di Gubbio dal XV al XX secolo», spiega il curatore, lo storico dell’arte Ettore Sannipoli. «Dagli anni Venti del secolo scorso a oggi, invece, abbiamo dovuto operare un’accurata selezione perché dopo la Grande Guerra, questo tema iconografico si è ampliato a dismisura».Andiamo da Felice Damiani ad Aldo Ajo, in «un campo variegato di testimonianze – prosegue il curatore – che ci permettono di vedere l’evoluzione del tema iconografico di Francesco e il lupo che sostituisce il precedente tema forte, cioè la vestizione di Francesco con il saio da parte di Giacomello Spadalonga». Tutto dunque parla di quest’episodio narrato dalle fonti francescane, ma pur sempre velato di mistero. Più di una volta nel corso della storia si è messa in dubbio l’esistenza del lupo animale (tesi che negli ultimi anni riprende quota), prediligendo la belva metafora del brigante, del negativo, dello spaventoso. E a quanti vorranno approfondire questo incontro è dedicato, inoltre, un itinerario dei luoghi francescani a Gubbio, un percorso spirituale a tappe (ideato da Giuliano Rossi, Lapislunae) sulle orme di san Francesco e sant’Ubaldo. Quest’ultimo, vescovo della città che tanto fece parlare di sé una cinquantina di anni prima dell’arrivo del Poverello a Gubbio. Una fama, la sua che potrebbe aver attratto in città un Francesco venticinquenne, scappato da Assisi dopo essersi spogliato dei beni paterni e aver raggiunto a Gubbio il compagno di carcere, Giacomello. L’itinerario «Fratello Lupo» si snoda lungo le vie della bella città medievale (e del monte Ingino) e tocca sette luoghi cari ai due santi, con due percorsi di visita. Lungo l’itinerario c’è un vera chicca: la chiesina di San Francesco della Pace (detta "dei Muratori") che ospita niente di meno che il sarcofago del Lupo di Gubbio. Un reperto altomedievale ritrovato nel 1873, sotto al quale era ancora presente proprio lo scheletro di un lupo. L’insolita sepoltura è considerata la conferma che l’animale pacificato dal santo assisano fu "adottato" dagli eugubini. Quell’animale speciale assurto oggi a simbolo della riconciliazione con tutte le sue creature, ed è per questo che la Conferenza episcopale italiana celebra quest’anno ad Assisi e Gubbio, dal 31 agosto al 3 settembre, l’ottava Giornata per la custodia del creato. È l’occasione di mettersi in cammino lungo il Sentiero di Francesco, per il pellegrinaggio a piedi che quest’anno celebra proprio la riconciliazione con il creato (www.ilsentierodifrancesco.it).