L'educazione come via di riscatto per i profughi. La possibilità di una vita dignitosa per chi è stato costretto a lasciare tutto dalla follia terroristica del Daesh. E una Porta Santa anche nelle terre martoriate dove i cristiani sono profughi e perseguitati.
Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino,
ha aperto oggi la Porta Santa a Enishke, nel Kurdistan iracheno.
L'apertura della Porta Santa è nata dalla richiesta del parroco
locale, padre Samir Yousif, una cerimonia a cui hanno preso
parte anche i capi della comunità yazida.
"Il parroco - ha spiegato Galantino a Tv2000- ci ha chiesto in modo
spontaneo di aprire simbolicamente anche qui una Porta
Santa. Papa FRancesco ci ha ricordato più volte in
questo periodo di preparazione che la Porta Santa non è solo
quella delle cattedrali o dei santuari, ma sono tutte quelle
porte in cui si entra in storie diverse e faticose come quelle
dei bambini, delle donne e degli uomini che abbiamo incontrato
qui".
Alla celebrazione dell'apertura della Porta Santa "non hanno
partecipato solo i cristiani perseguitati ma intere famiglie di
altre religioni - ha notato Galantino - che si sono ritrovate
insieme a far festa intorno alla realtà dell'accoglienza e del
sentirsi fratelli". "Entrare in questo villaggio e in questa
chiesa - ha proseguito il vescovo - significa entrare in
una storia veramente faticosa, significa fare un esercizio di
misericordia".