Chiesa

GMG 2016. A Cracovia l'abbraccio di due fratelli separati dalle bombe in Siria

Ilaria Solaini venerdì 29 luglio 2016
Destini che si riuniscono a Cracovia. Da quando hanno lasciato la loro terra d'origine, la Siria, sotto le bombe, Al e suo fratello Yousef Astfan non si erano mai più rivisti. Sono passati tre anni da allora - come riporta Catholic News Agency - e in Polonia alla Giornata mondiale della gioventù hanno potuto riabbracciarsi.  Yousef, che ha 34 anni, e ha preso parte alla Gmg per la prima volta nel 2011 a Madrid. In questi giornate polacche con Papa Francesco ha ripreso a camminare per le strade di Cracovia in compagnia di suo fratello minore, Al Astfan che per la prima volta sta partecipando a una Giornata mondiale della gioventù: «È grandioso poter essere qui e incontrare - racconta il 25enne siriano - nel nome di Gesù tantissime persone da tutto il mondo. Mi dà una grande forza essere qui. Vedere tutti questi miei fratelli cristiani, mi fa sentire orgoglioso di essere cristiano e al tempo stesso mi fa ricordare come fosse diversa la situazione in Siria: lì essere cristiani è una maledizione e puoi venire ucciso se professi la fede cristiana». Da quando è scoppiata la guerra civile siriana da marzo 2011 più di 270mila persone sono state uccise e 12 milioni sono rifugiati. Contro i cristiani e le minoranze religiose sono state commesse atrocità. «I nostri genitori, nostra sorella con la sua famiglia, e anche mia moglie - dice Yousef - e i miei figli sono ancora ancora in Siria. Vivono ad Aleppo. È piuttosto pericoloso, ma loro non vogliono lasciare il Paese» racconta Yousef. Al Astfan ora vive in Germania da 18 mesi, dopo aver fatto richiesto per la protezione umanitaria. E lì sta studiando per ottenere un master in ingegneria meccanica. Mentre Yousef ora vive e lavora a Dubai. «Oggi è la prima volta in tre anni che ci incontriamo. Da quando ho lasciato la Siria, non ho più visto mio fratello» racconta Yousef che aggiunge «non posso crederci che sia finalmente con me». E a Cracovia con il cuore grato chiedono al mondo chiedono preghiere per la pace nel loro Paese: «Non resta che pregare per la Siria».