Chiesa

Intervista. Forte: «È il segno della sfida che ci attende»

Mimmo Muolo lunedì 8 settembre 2014
La decisione di papa Francesco «dimostra quanto gli stia a cuore questo Sinodo». Perciò, «da uomo di fede qual è, egli affida al Signore un evento nel quale riconosce che sono in gioco importantissime sfide per la vita e la missione della Chiesa». L’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo sulla famiglia, commenta così l’iniziativa di preghiera che precederà e accompagnerà i lavori sinodali. «La crisi dell’Istituto familiare – sottolinea – riguarda direttamente la natura dell’uomo. Ecco perché Francesco intende affrontare i problemi con chiarezza, coraggio e decisione e soprattutto con un ricorso convinto all’aiuto di Dio. Egli sa che davanti alle grandi sfide la prima fondamentale risorsa da chiedere è il dono dall’alto, onde poter discernere con precisione le questioni e potervi corrispondere in maniera il più possibile fedele alla luce del Vangelo».Spesso si è identificato il Sinodo con la questione dei separati e divorziati. Qual è la sua reale identità?Il primo intento è quello di riscoprire il Vangelo della famiglia, cioè la buona notizia che la famiglia in se stessa rappresenta. Vanno riproposte tutte le ragioni per cui la famiglia è di vitale importanza per la società e per la Chiesa. In secondo luogo, il Papa si preoccupa di sostenere i cammini che preparano alla vita familiare, di accompagnare le famiglie nella loro formazione e negli eventuali momenti di difficoltà e di sostenere con cammini pastorali adeguati quelle famiglie che vivono tensioni e possibili divisioni. Infine ci sono le situazioni di lacerazione del vincolo familiare, cioè i separati, i divorziati e i divorziati risposati. Anche verso queste persone papa Francesco ha una grande attenzione e chiede alla Chiesa di trovare vie di accompagnamento e di misericordia adatte alle diverse situazioni.Ma misericordia in questi casi che cosa significa?Certo non va confusa con il lassismo. Nella Bibbia e specialmente nel Nuovo Testamento il Dio Padre di misericordia è colui che è sempre attento ad accompagnare i suoi figli e ad accogliere il peccatore pentito. Dunque la misericordia sollecita, sostiene, accompagna e accoglie la volontà di conversione delle persone, ma sempre in un cammino di rinnovamento. D’altra parte bisogna evitare il rigorismo, che al pari del lassismo non si addice al Dio cristiano, il quale è sì giudice ma non nel senso di colui che a ogni costo punta alla misura più severa. Il volto di Dio che la Chiesa annuncia è quello di un padre sempre pronto a sostenere e accompagnare i suoi figli.Da questo punto di vista che cosa hanno detto le risposte al questionario di preparazione al Sinodo?Come è scritto nell’Instrumentum laboris emerge la richiesta che il Vangelo della famiglia sia riproposto alla nostra epoca anche con linguaggi adatti a farne cogliere la bellezza. Quindi viene il sostegno alle persone che hanno subito lacerazioni della loro esperienza familiare, tenendo conto della diversità e complessità delle situazioni. In sostanza il desiderio di papa Francesco non è quello di giudicare in astratto, ma di applicare la dottrina della Chiesa, secondo quella esperienza di misericordia di cui la Chiesa nei secoli è stata maestra e che oggi va esercitata in situazioni per certi aspetti inedite almeno nelle dimensioni.