Chiesa

CONVEGNO NAZIONALE A FABRIANO. Fisc, educare alla responsabilità

Lucia Bellaspiga venerdì 4 maggio 2012
La famiglia? «Un patto tra un uomo e una donna sulla base di una reciproca scelta, una relazione generativa almeno nelle intenzioni». I figli? «Sono un bene sociale e per questo necessitano di grandi cure da parte di tutti, specie in questo contesto di recessione demografica». E, in  tutto questo, i settimanali cattolici che ruolo hanno? «Educare la persona a prendersi le sue responsabilità». Questi, e tanti altri, i punti toccati da Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale permanente per la Famiglia, cui ieri, nel bellissimo Teatro Gentile di Fabriano, è toccato aprire di fatto i lavori del convegno nazionale della Fisc, la federazione che riunisce i 189 settimanali cattolici italiani. Come tutti gli anni, da ogni diocesi sono giunti direttori e giornalisti di testate che tutte le settimane entrano in almeno un milione di case. Titolo del convegno è "La vera emergenza educativa: la famiglia. Nel lavoro, nella scuola, nello sport", «una sorta di preludio al VII incontro mondiale delle famiglie che si terrà ai primi di giugno a Milano», ha notato Luigi Losa, uno dei coordinatori del Family 2012, che ha raccontato della grande macchina dell’accoglienza e ai settimanali cattolici ha chiesto di saper spiegare il senso della presenza del Papa, «non una visita pastorale alla diocesi di Milano, ma il suo incontro con le famiglie di tutto il mondo».E se, come dice il titolo, di emergenza educativa si tratta, «allora l’urgenza è educare la società e la Chiesa stessa a uno stile di famiglia - ha spiegato il vescovo Solmi -, che nell’attuale grave scenario di crisi economica e disoccupazione giovanile continua a mantenere il proprio ruolo educante, anzi, ora ancora di più è il luogo che riafferma la vita buona del Vangelo». Un compito che non viene meno «neanche quando la coppia coniugale si lacera - avverte Solmi -, perché il mandato di genitori resta tale anche quando ci si separa». Di più: l’atto procreativo non si esaurisce con la nascita del figlio, ma «si compie quando il figlio è capace di stare in piedi di fronte alla società, di fare scelte rivolte al bene». Un risultato, questo, che ha origini lontane, frutto già di un’educazione reciproca tra coniugi «fin dai tempi del fidanzamento», e che poi si riversa sui figli. Ma l’educazione segue anche vie che si intersecano e collaborano alla crescita di una società sana, ad esempio «attraverso l’azione educativa tra fratelli o anche dei figli verso i genitori», quando li richiamano a scelte responsabili, chiedendo loro di essere madri e padri. «Il confronto con i figli, d’altra parte, ci stimola a stare al passo con i tempi, ma sempre ben saldi in ciò che vale», ha commentato anche Francesco Zanotti, presidente della Fisc. La sfida e l’appello lanciati ai giornalisti da Solmi, allora, è di non avvalorare la concezione oggi dilagante di famiglia come di una fase storica limitata e destinata a scomparire, ma nemmeno a vederla come il luogo del dolore («Trovo blasfemo il titolo uscito su un grande giornale, "Ne ammazza più la famiglia che la mafia"», ha ricordato il vescovo), o a considerarla una frontiera solo cattolica, il fronte da cui non si vuole recedere: «È un organismo vivo, precisamente sancito dalla Costituzione... E a 70 anni dalla stesura di questa, sarebbe bello fare una verifica di quanto le politiche abbiano rispettato il suo dettato».Sfide raccolte dal padrone di casa, Carlo Cammoranesi, da 17 anni direttore di "L’Azione", il settimanale diocesano di Fabriano-Matelica, che quest’anno celebra gloriosamente il suo primo secolo di vita: «Da poco è passato il 25 Aprile e io ripensavo alla grande reazione che nel dopoguerra i nostri padri seppero mettere in campo. Oggi, di fronte alla fragilità con cui rispondiamo alla nuova crisi, dobbiamo riattivare l’entusiasmo di crescere, la forza vera del non arrendersi, unendoci tutti in un’opera comune. L’Azione lo fa da cento anni e continuerà». Cento anni di serietà e competenza, come ha notato il vescovo di Fabriano-Matelica, Giancarlo Vecerrica, che, rivolto alle centinaia di giornalisti presenti, ha chiesto di saper «presentare la profondità della vita e non le apparenze», così come fa la Fisc, «clamoroso e inaudito esempio di unità di tanti giornali per un unico grande scopo». Come ha rilevato anche Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom, rete di 29 associazioni: «Il Papa ha detto che questo è un tempo di grandi mezzi e pochi fini. Voi però forse avete pochi mezzi, ma quanti buoni fini!».