Chiesa

Apparizioni. Chiuso a Roma e in Portogallo il centenario della Madonna di Fatima

Filippo Rizzi e Redazione Internet venerdì 13 ottobre 2017

La Madonna di Fatima, durante la processione delle candele ieri sera, 12 ottobre, in Portogallo (Ansa)

Oggi, in occasione della chiusura del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima si è tenuta nella basilica papale di San Pietro una celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Prima della Messa, alle ore 16, si è anche svolta in via della Conciliazione, una grande processione promossa dalla Sezione romana-laziale dell’Unitalsi con la statua della Madonna di Fatima che fu benedetta da Papa Francesco all’inizio del suo Pontificato.

Fu proprio questa icona della Vergine ad aprire le celebrazioni per il centenario della apparizioni lo scorso 12 ottobre 2016 e proprio per questo è stata scelta per chiuderle in San Pietro.

Oltre all’Unitalsi presenti anche i Cavalieri del Santo Sepolcro e la Banda della Gendarmeria Vaticana. Tra la fine della processione e l'inizio della celebrazione c'è stata la recita del Santo Rosario presieduta dal cardinale Comastri. “Oggi – spiega Preziosa Terrinoni, presidente della Sezione romana-laziale dell’Unitalsi all'Agenzia Sir– abbiamo chiuso in San Pietro un percorso durato un anno che ci ha visto protagonisti nel portare in tutte le diocesi del Lazio la statua della Madonna di Fatima, che, ci tengo a sottolineare, è stata acquistata dai malati assistiti dalla nostra Sezione. Fino all’11 novembre la nostra Associazione organizzerà ancora dei pellegrinaggi a Fatima. In particolare la nostra Sezione tornerà al santuario portoghese dal 3 al 7 novembre”.

Ieri sera a Fatima si è invece svolta la grande processione delle candele di ottobre, particolarmente affollata anche per la chiusura del centenario.

Papa Francesco: pregare il Rosario per costruire la pace

(di Filippo Rizzi) La recita quotidiana del Rosario come il più efficace strumento per chiedere e implorare «la pace nel mondo». È stato l’appello lanciato da papa Francesco a conclusione dell’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro. Il Pontefice ha voluto ricordare – sempre questo mercoledì – che proprio oggi si chiudono le celebrazioni del centenario delle ultime apparizioni mariane a Fatima (1917-2017), luogo in cui il vescovo di Roma si è recato il 13 maggio scorso in veste di “pellegrino” per la canonizzazione dei due pastorelli Giacinta e Francisco Marto e veggenti, assieme a suor Lucia dos Santos, della Vergine. «Con lo sguardo rivolto alla Madre del Signore e Regina delle missioni, – è stato l’appello del Papa – invito tutti, specialmente in questo mese di ottobre, a pregare il santo Rosario per l’intenzione della pace nel mondo».

Il Rosario è da sempre visto come il mezzo privilegiato – è l’argomentazione del domenicano e mariologo Roberto Coggi – e «il modo migliore per essere vicini a Gesù». Che osserva: «Se si rileggono con attenzione le ultime apparizioni di Lourdes e Fatima si rimane impressionati da come la Vergine da vera “Regina della pace” abbia indicato nel Rosario lo strumento più adatto per essere in preghiera con lei». Un mese di ottobre che – a giudizio del religioso tra l’altro autore di un recente e molto approfondito saggio Trattato di Mariologia. I misteri delle fede in Maria (Edizioni Studio Domenicano, pagine 272, euro 24) – può rappresentare l’occasione e la strada privilegiata per ravvivare la fede alla luce degli eventi prodigiosi avvenuti a Fatima cento anni fa.

«Possiamo in questo mese rendere vivi e attuali e non metterli nel cassetto – è la riflessione – quegli insegnamenti che ci arrivano da questo centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima». Una pratica quella del Rosario – rievoca lo studioso – normata come la «conosciamo oggi proprio da un Papa domenicano nel 1569, san Pio V con i misteri dolorosi, gaudiosi e gloriosi, il Pontefice della battaglia di Lepanto a cui san Giovanni Paolo II nel 2002 ha aggiunto i misteri della luce». Ma «pochi sanno che i principali “inventori” di questa preghiera mariana – rivela padre Coggi – sono stati proprio i domenicani. Si deve al nostro padre fondatore san Domenico grazie alla sua invocazione quotidiana dell’Ave Maria durante le sue prediche la nascita “indiretta” di questo modo di pregare».

E annota: «Chi però per primo ha reso “istituzionale” il Rosario come forma di orazione con la corona e la recita delle decine è stato però un altro domenicano del Quattrocento: il beato bretone il grande Alano de La Roche».

Una preghiera – agli occhi di questo frate predicatore – che da sempre ha accompagnato lo stile ordinario di magistero dei Pontefici per chiedere soprattutto un’autentica conversione dei cuori: «Basti pensare a tutti i documenti di Leone XIII, san Pio X. Non è un caso che tutti i più importanti successori di San Pietro del Novecento – mi viene in mente la devozione del beato Paolo VI per il suo “afferrarsi alla sacra corona” – abbiano intravisto in questa semplice invocazione il mezzo più efficace per indicare ai fedeli un modello di vita per essere alla sequela di Gesù. Non per nulla papa Pacelli ha definito il Rosario “una sintesi del Vangelo”». Come certamente è significativo – agli occhi di padre Coggi – che proprio Francesco scorga in questa semplice preghiera attraverso l’intercessione della Vergine «il miglior mezzo per invocare non solo la pace nel mondo ma anche la salvaguardia del Creato che è la nostra casa comune». La pratica del Rosario – è la riflessione finale del domenicano – «a mio giudizio, come direbbe Leone XIII, rappresenta la forma di preghiera più “efficace per conseguire la vita eterna”».

E sempre ieri Francesco ha voluto inviare un videomessaggio per i 300 anni (1717-2017) dal ritrovamento della statua della Madonna di Aparecida in Brasile. Papa Bergoglio ha designato – per queste celebrazioni che si sono concluse ieri al Santuario mariano – come suo inviato speciale il prefetto emerito della Congregazione per i vescovi e presidente emerito della Pontificia commissione per l’America Latina, il cardinale Giovanni Battista Re. «Il cristiano non può mai essere pessimista!». Nel videomessaggio Francesco ha rievocato l’affetto dei brasiliani per la «Madre di Gesù». «L’amore, manifestato nella solidarietà e nella condivisione – ha assicurato – è più forte e luminoso delle tenebre dell’egoismo e della corruzione».