Chiesa

Estate 2020. In Lombardia l’oratorio resiste al virus

Lorenzo Rosoli mercoledì 29 aprile 2020

L’arcivescovo Delpini durante una visita agli oratori estivi dell’anno passato

Gruppi molto piccoli. Mascherine. Scaglionamento. Ambienti sanificati. E «accompagnamento educativo qualificato». Ecco l’identikit dell’oratorio estivo nelle diocesi lombarde al tempo dell’epidemia di Covid– 19. Che ha costretto i 2.500 oratori della regione a chiudere le porte. Ma che non li ha mai fermati davvero. Ora, alle soglie della Fase 2, si lavora alla ricerca di soluzioni per l’estate che siano sicure sul piano sanitario e all’altezza della tradizione lombarda sul piano educativo. A tal fine «stiamo immaginando una rivoluzione copernicana che corrisponda alle indicazioni del governo», ha dichiarato a un’agenzia di stampa don Stefano Guidi, coordinatore di Odielle (Oratori diocesi lombarde) e direttore della Fom (Fondazione oratori milanesi). Spazio dunque a «distanziamento sociale, scaglionamento e dispositivi di sicurezza, secondo le indicazioni che diventeranno la struttura portante della proposta di quest’anno».

Forme praticabili.
«Stiamo lavorando con grande impegno e serietà per poter ricavare una forma praticabile di oratorio – riprende il coordinatore di Odielle –. Pensiamo a gruppi molto piccoli, che occupino ambienti sanificati adeguatamente, con un accompagnamento educativo qualificato e i dispositivi di protezione individuale». La sfida è dare seguito alla promessa formulata nella lettera agli oratori diffusa il 17 aprile scorso e firmata dal vescovo di Vigevano, Maurizio Gervasoni, delegato per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale lombarda, con i responsabili diocesani e quello dei Salesiani. «Possiamo dire una cosa certa: in qualche modo, chiusi o aperti, l’Oratorio estivo o il Grest ci sarà – vi si legge –. Nella forma che ci sarà permessa, continueremo a stare vicini ai nostri ragazzi e non ci fermeremo. Daremo vita a proposte originali e possibili e a sugge- rimenti adeguati alla situazione, con quella creatività dell’amore che ci rende quello che siamo».


Le eredità dell’emergenza.
È con quella creatività che, nonostante la chiusura imposta dalla pandemia, preti, educatori e catechisti non hanno mai smesso di tenersi in contatto con i ragazzi. «Abbiamo scoperto quanto i social e il web possano essere risorse preziose nella relazione educativa – spiega don Guidi ad Avvenire –. Soprattutto: siamo stati chiamati a metterci in ascolto dei nostri ragazzi, del loro vissuto personale e familiare in questo tempo d’epidemia, delle loro domande sul senso del vivere e del morire. Un’esperienza d’ascolto che resta come eredità preziosa per la nostra missione educativa».

Prepararsi all’estate.
Ora viene l’estate, «un tempo fondamentale, sul piano educativo, per il cammino di crescita delle nuove generazioni ». E le diocesi vogliono farsi trovare pronte, consapevoli dei bisogni e delle attese di ragazzi e famiglie, «pensando anche alle necessità dei genitori nel momento in cui riprenderà il lavoro», sottolinea don Guidi. Per non correre il rischio che la Lombardia resti senza una proposta educativa tanto attesa e qua-lificata come l’oratorio estivo e il grest, i vescovi stanno portando avanti «un dialogo costante e cordiale con le istituzioni regionali e col governo centrale per capire in quale forma sarà possibile svolgere le attività preservando la salute dei ragazzi».


Patti educativi territoriali.
Ecco il punto, insiste don Guidi: riprendere un’attività «in presenza» con proposte che uniscano tutela della salute e qualità educativa. A tale scopo «il percorso serio e impegnativo che i vescovi hanno voluto avviare a livello regionale si offre, anzitutto, come percorso condiviso, che coinvolge, con le diocesi, realtà come Csi, Agesci, Anspi e Pastorale giovanile della Famiglia salesiana. Nella prospettiva di costruire proposte educative per l’estate – prosegue don Guidi – si sta considerando anche la risorsa rappresentata dagli educatori professionali. La nostra intenzione è di ideare e realizzare queste proposte estive stringendo “patti educativi territoriali” che permettano agli oratori di coinvolgere altre agenzie educative, altri soggetti e ambienti ». In questo scenario si sta lavorado anche sul versante della formazione «per aiutare animatori e operatori volontari dell’oratorio ad approfondire, con le loro tradizionali competenze, quelle specificamente legate alla gestione in sicurezza di ambienti e di gruppi di ragazzi».