Chiesa

Intervista. «La Chiesa ha il coraggio di cambiare»

Giacomo Gambassi mercoledì 4 novembre 2015
La divulgazione dei documenti vaticani riservati? «È vero e proprio peccato sotto il profilo morale, oltre che un reato». La riforma della Curia Romana? «Non saranno sicuramente episodi come questi che potranno fermare un percorso già a uno stadio avanzato. E ritengo che il 2016 sarà un anno decisivo». Le illazioni su Francesco isolato e che non può fidarsi di nessuno? «Soltanto fango che si vuole gettare sul Santo Padre e sui suoi collaboratori. La realtà è ben diversa». Il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, risponde punto per punto a certe congetture di stampa che ipotizzano battaglie contro Bergoglio dentro (e fuori) le mura leonine. A volte alza la voce: non per rabbia, bensì per evidenziare come alcune ricostruzioni giornalistiche siano totalmente campate in aria. E lo ribadisce anche da segretario del Consiglio dei cardinali, il “C9”, voluto da Francesco per aiutarlo nel progetto di revisione della Curia Romana.Eccellenza, alcune informazioni riservate che riguardano la Santa Sede vengono pubblicate su giornali e libri. Come interpretare questi fatti?Siamo di fronte a casi di scorrettezza umana e professionale. Anche professionale, dico: perché esiste una deontologia professionale a cui è tenuto chi ha incarichi particolarmente delicati. Aggiungo che queste azioni hanno l’aggravante della premeditazione.In che senso c’è premeditazione?Coloro che sono coinvolti nelle recenti vicende erano legati a Cosea, la Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede. Il lavoro di Cosea è già terminato. Ero presente anche io alla seduta del Consiglio dei cardinali durante la quale Cosea ha illustrato il suo rapporto al Papa. Era un dossier dettagliato e approfondito. Questo per dire che la riforma degli organismi economici è già stata compiuta soprattutto attraverso l’istituzione del Consiglio per l’economia e della Segreteria per l’economia. Dietro queste rivelazioni non scorgo alcun intento di trasparenza, se mai ce ne fosse uno.E chi è al centro nelle indagini svolte dalla Gendarmeria vaticana?È molto deludente che persone con ruoli di responsabilità abbiano tradito la fiducia del Papa. Però sarebbe ignobile lasciare intendere che il Santo Padre non sia in grado di scegliersi i collaboratori. Eppure qualcuno sta tentando di lanciare questo messaggio e di sostenere che attorno al Pontefice ci sia unicamente un cumulo di mosche o zanzare. Se guardiamo al caso Cosea, il Papa si è avvalso di persone che in parte erano già inserite nella macchina. Anche io, quando sono arrivato nella diocesi di Albano, mi sono affidato a chi conosceva la Curia diocesana. È normale che accada se si ha a che fare con un’organizzazione complessa.Struttura, quella della Curia Romana, che il Papa sta modificando.La revisione procede con intelligenza e a passo spedito. Durante il Sinodo, il Papa ha annunciato la costituzione di un nuovo dicastero che avrà competenza sui laici, sulla famiglia e sulla vita. Altri ne sono in cantiere. Il prossimo Consiglio dei cardinali si riunirà a metà dicembre. E sono già stati programmati tutti gli incontri per il prossimo anno.Come leggere il processo di riforma della Curia Romana?Tutte le istituzioni, comprese quelle a servizio del Vangelo, hanno bisogno di aggiustamenti nel corso del tempo. Anche le nostre auto necessitano di una revisione. Comunque occorre ammettere che, sotto questo profilo, la Chiesa ha avuto il coraggio di attuare riforme che strutture simili non hanno voluto compiere. Nel Novecento si è intervenuti sulla Curia Romana per ben tre volte: con Pio X, con Paolo VI sulla scia del Concilio Vaticano II e con Giovanni Paolo II. La riforma avviata da Francesco ha l’obiettivo di adattare l’organizzazione alle nuove esigenze, togliendo magari impostazioni superate. Certo, il Santo Padre non ha intenzione di indebolire la Curia Romana. Anzi, il progetto è a favore della Curia stessa.C’è chi vuole far passare la tesi che il Papa sia isolato. Perché?Sono ritornelli che si sentono di tanto in tanto. Non sono più giovane e posso constatare che anche in passato queste fantasie sono state rilanciare varie volte. Invece il Papa gode di uno straordinario affetto e di una grande stima. Penso innanzitutto al fatto che il Pontefice è davvero nel cuore dei fedeli. Tanta gente mi chiede di portare a Francesco la propria vicinanza e di dirgli che viene assicurata a lui una preghiera costante. Ciò accade anche nella Curia Romana. Prendiamo il Consiglio dei cardinali. C’è un’intesa profonda fra il Papa e i porporati che lo compongono. I rapporti sono esemplari e anche gioiosi, improntati sulla fraternità e sulla franchezza. Analogo è il clima fra chi collabora con il Pontefice. Quando mi trattengo in Vaticano fino a sera, vedo che Francesco continua a ricevere anche tardi il personale della Curia. Le relazioni sono serene e mi edificano. Se possono sorgere alcuni problemi, ciò dipende dall’ampiezza della struttura.Qualcuno ipotizza contrapposizioni fra il pontificato di Bergoglio e quello di Ratzinger. Come ribattere?Sui progetti di riforma papa Francesco sta proseguendo sulla linea inaugurata da Benedetto XVI. Consideriamo ad esempio il Sinodo dei vescovi. Lo snellimento dei lavori sinodali con la riduzione dei tempi e l’ampliamento del dibattito interno è un cambiamento che ha chiesto Benedetto XVI. C’è una continuità di vedute fra i due Pontefici, seppure gli stili personali siano diversi. Questo non deve stupire. L’approccio di Paolo VI non era indubbiamente quello di Giovanni Paolo II o di papa Luciani. Ma, al di là degli stili, l’impegno è il medesimo e l’amore per la Chiesa lo stesso.I cambiamenti possono suscitare timori. Eppure la Chiesa è «semper reformanda».È nell’ordine delle cose che le trasformazioni possano impensierire. Cito un’immagine usata dal cardinale Francesco Montenegro. “Dice un proverbio che, quando una carovana si muove, i cani iniziano ad abbaiare”. Alcuni lo fanno per esprimere la loro felicità, perché si sta proponendo qualcosa di nuovo; altri per manifestare la loro rimostranza. La metafora si presta in modo efficace a raccontare le trasformazioni: nella Chiesa e non solo nella Chiesa.