Chiesa

Route scout. Seconda tappa / Qui ci sia aiuta, siamo fratelli

Antonio Maria Mira sabato 2 agosto 2014
Nebbia e sole, dolore e speranza, solitudine e impegno. Tanti contrasti, ma sempre volti al positivo nella seconda tappa della Route nazionale degli scout che vi stiamo raccontando dall'Umbria. Fin dalle 7 del mattino quando il villaggio delle tende si risveglia nella nebbia. Ma poi sarà il sole ad accompagnare il nostro cammino. E lungo il cammino, sulla "strade di coraggio" anche i momenti di preghiera e riflessione diventano vita vissuta, nelle storie e qui tra noi. Fragilitá in cammino, con tanti disposti a sostenerla. Dopo meno di un'ora, destinazione San Donato, è il momento della preghiera comunitaria. Prima le Lodi, poi la lettura di un brano dell'Apocalisse, commentato da Elisa e Greta del clan Perugia 5.

"I 7 sigilli sono come i colori dell'arcobaleno, sono la spinta per andare avanti. Sembrano segni catastrofici e invece sono l'annuncio della vittoria del bene sul male". Come il caldo sole che ora ha scacciato la nebbia. Come tante storie di vita quotidiana. "Quando ci succede qualcosa di negativo, anche in famiglia, non dobbiamo pensare che Dio è malvagio e vuole il nostro male". Piuttosto, aggiungono le due scolte, "quando una Croce ci è stata affidata c'è sempre un motivo e qualcuno disposto a portarla con noi". Le riflessioni diventano storie, come quella di Dodò il figlio disabile di chi vi scrive o come quella di Vasco, fratello autistico di Checco Giacopelli, incaricato branca rover-scolta dell'Umbria. "Mi ha aiutato a uscire dalla droga. Un giorno ero con lui e mi stavo facendo una canna. Mi guardava e sorrideva. E allora mi sono detto: "Lui non ha scelto di essere disabile, io invece lo sto diventando per mia scelta". E ho smesso".

Ma le storie sono anche qui tra noi. È Luigi, 18 anni, del clan Afragola 3. Ci accorgiamo che ha momenti di titubanza nel cammino, si ferma come assente, ma subito ha accanto i suoi amici scout. Quasi lo coccolano, "Luigi ti aiuto io, Luigi metti il cappello, Luigi bevi un po' d'acqua". "Luigi ha un ritardo mentale - ci spiega il capo clan Luigi Di Palo -. È il primo anno che è con noi. Ce lo hanno affidato i genitori dandoci fiducia". "Mi aiuta ad essere paziente, proprio io che lo sono così poco. E io lo aiuto soprattutto nelle azioni manuali per le quali ha difficoltà ", dice Mario, a cui Luigi è stato affidato, che poi aggiunge: "Per me è naturale farlo, per rover e scolte l'impegno è il servizio. E poi ricordate che ogni scout si impegna a fare una buona azione al giorno".

Così scolte e rover dell'Afragola 3 si impegnano in attività coi ragazzi autistici di un'associazione locale. E poi essere tra gli scout aiuta. Cosi il capo clan Luigi ci racconta che un altro ragazzo con difficoltà è stato con loro alcuni anni. "Quando è arrivato prendeva psicofarmaci, ma quando ha "preso la partenza" (termine scout per i ragazzi che compiuti 21 anni lasciano il clan, ndr) non li assumeva più". Sono anche queste, e altre che racconteremo nei prossimi giorni, le strade del coraggio dei 30mila scout in cammino verso San Rossore. Intanto, dopo la pausa per il pranzo in un uliveto affacciato sul lago Trasimeno, momento di allegria nel quale ogni clan intona preghiere di ringraziamento e di buon appetito, la tappa si chiude dopo 18 chilometri. Rinasce il villaggio di tende, ci si riposa in attesa del cerchio serale con altre belle e vere storie di coraggio.

(le foto sono di A.M.Mira)