Chiesa

CEI. Consiglio Permanente, il comunicato finale

venerdì 1 aprile 2011
Conferenza Episcopale ItalianaConsiglio PermanenteRoma, 28-30 marzo 2011COMUNICATO FINALESono essenzialmente tre i punti chiave che hanno animato il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, riunito a Roma dal 28 al 30 marzo 2011. Anzitutto, i problemi legati all’intervento militare in Libia, all’emergenza dei profughi e dei rifugiati, al dovere della prima accoglienza. In secondo luogo, la preoccupazione per il dilagare di un paradigma antropologico che rende labile l’identità personale e il senso di una storia condivisa, illudendo di costruire un modello di uomo che pretende di bastare a se stesso. Infine, l’orizzonte pastorale di una Chiesa che vive l’evangelizzazione come il terreno della sua presenza nel mondo, non stancandosi di educare con animo missionario e di seminare nelle molteplici occasioni della vita ordinaria, con speranza e pazienza rispetto ai tempi di Dio.Alla luce di questi temi si è articolato un confronto sereno e pacato, che ha valorizzato e approfondito i molteplici spunti offerti dalla prolusione del Cardinale Presidente, Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova Consapevoli del loro compito di guide della comunità ecclesiale, i Vescovi membri del Consiglio Permanente non hanno rinunciato a pronunciare una parola umile e ferma sul momento presente, ben sapendo quanto le questioni in gioco siano complesse, complicate e confuse, con l’intenzione esplicita di attivare pensieri e accendere speranze più forti delle preoccupazioni che pure assalgono quanti hanno a cuore il bene delle persone e la serenità della convivenza sociale. Nelle tre giornate di lavoro, il Consiglio Permanente ha approvato l’ordine del giorno della prossima Assemblea Generale, che si terrà a Roma dal 23 al 27 maggio 2011. Entrando nel vivo del decennio dedicato all’educazione, essa fisserà l’attenzione sui soggetti e sui metodi con cui la missione ecclesiale conduce all’incontro con Cristo, sorgente, itinerario e traguardo di ogni prassi pastorale. Durante l’Assemblea Generale sarà anche esaminata la seconda parte dei materiali della terza edizione italiana del Messale Romano. È stata annunciata la preghiera mariana che, in quella occasione, riaffiderà il Paese alla Vergine Madre, nell’anno in cui esso fa memoria del centocinquantesimo anniversario dell’unità.È stata analizzata e approvata la proposta di ripartizione delle somme che nell’anno corrente perverranno alla Chiesa cattolica dall’otto per mille, come pure la misura del contributo per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali. In questo stesso ambito, si è approvato un nuovo modello di inquadramento professionale per i giudici, i difensori del vincolo e i patroni stabili laici a tempo pieno. Ampio spazio è stato dedicato all’esame dei piani di lavoro delle Commissioni Episcopali, così da orientarne la programmazione del prossimo quinquennio.1. Per una "via africana" verso il futuroI moti popolari che nelle ultime settimane hanno infiammato – con esiti diversi e tuttora incerti – non soltanto i Paesi del Nordafrica, ma anche quelli della Penisola arabica, rivelano la comune aspirazione umana alle libertà fondamentali e all’affermazione della dignità personale, non scevra però da violenze e da sofferenze.L’attenzione dei Vescovi – a partire dalla prolusione del Cardinale Presidente – si è soffermata in particolare sul caso libico: la vicinanza espressa al Vicario apostolico di Tripoli trova corrispondenza nell’impegno solidale, promosso e sostenuto fin dalle prime ore della crisi da Caritas Italiana. A fronte dell’intervento internazionale, il Consiglio Permanente ha fatto proprio l’auspicio del Card. Bagnasco affinché “si fermino le armi”, nella convinzione di quanto “la strada della diplomazia sia giusta e possibile”, oltre che “premessa e condizione per individuare una «via africana» verso il futuro”.L’ampio confronto, caratterizzato dalla cura di evitare interpretazioni catastrofiche, ha dato voce alla necessità che l’Europa – la stessa che “è, non da oggi, in debito verso l’Africa” – sappia evitare l’illusione di poter vivere sicura chiudendo le porte al grido dei popoli in difficoltà: soltanto autentiche politiche di cooperazione potranno assicurare a tutti sviluppo e pace duratura.Nel frattempo, davanti al dramma degli sfollati, dei profughi e dei richiedenti asilo, i Vescovi riaffermano l’impegno della Chiesa a educare a una cultura dell’accoglienza, oltre che a praticarla in tutte le forme possibili, intensificando quanto Caritas Italiana e le Caritas diocesane stanno già facendo in tutto il Paese.I membri del Consiglio Permanente chiedono con forza che l’Europa sia presente in modo concreto, immediato e congruo. E alla politica italiana di promuovere, per l’emergenza, modalità di lavoro più flessibili, che consentano un’accoglienza che vada al di là della prima risposta. Avendo presente il recente Documento conclusivo della 46 Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, essi invitano anche a cogliere le opportunità presenti in questo momento storico, che impongono la rivisitazione della disciplina sulla cittadinanza e delle norme sul ricongiungimento familiare.2. Alle radici della disgregazione socialeNotevole preoccupazione suscita il dilagare di un paradigma antropologico che sostituisce la persona con l’individuo, stravolge il rapporto tra verità e libertà, equipara la convivenza al matrimonio e riduce lo Stato da ordinamento per il bene comune a strumento chiamato a registrare il mero esercizio dei diritti individuali.Nella prolusione, il Cardinale Presidente ha sottolineato come “l’individualismo odierno − una volta entrato in commistione con la spinta narcisistica − non può non contorcersi in una versione anti-sociale”. I Vescovi del Consiglio Permanente hanno riconosciuto gli indicatori di questa evoluzione perversa anzitutto nella sterilità che spesso accompagna l’esperienza affettiva e si esprime in legami effimeri, come pure nella rarefazione demografica, di cui è complice una politica incapace di legiferare in maniera davvero efficace a tutela e promozione della famiglia.L’indebolimento di un paradigma antropologico “alto” si rivela anche nelle molteplici forme in cui la vita è calpestata: dalla pratica abortiva alla fatica di darsi regole che siano di “garanzia per persone fatalmente indifese e la cui presa in carico potrebbe un domani risultare scomoda sotto il profilo delle risorse richieste”: emblematico, in proposito, è il caso delle cosiddette “dichiarazioni anticipate di fine vita”, oggetto di un disegno di legge ritenuto necessario e urgente.La stessa incapacità delle nazioni di cogliersi all’interno di un rapporto di interdipendenza ha a che vedere con la mentalità di chi è attento unicamente a difendere se stesso e il proprio territorio, arrivando a volte a privatizzare persino l’esperienza di fede, in una miopia che impedisce di riconoscere dignità e volto al povero, all’immigrato o al rom.3. Evangelizzare, cultura della vitaA partire da queste riflessioni, il Consiglio Permanente ha riaffermato la necessità di lavorare per ricostruire l’umano, attraverso una profonda opera di pensiero, capace di dare respiro a una cultura della vita. È il compito sempre nuovo dell’evangelizzazione che, in un contesto che sta rapidamente passando da un cristianesimo per nascita a un cristianesimo per scelta, avverte l’urgenza di andare al cuore della fede. Soltanto riproponendo i valori fondamentali – ritornando, quindi, a Gesù Cristo nell’esperienza ecclesiale – può reggere anche l’impianto della morale personale, familiare e sociale.Dal mistero trinitario, in particolare, scaturisce l’antropologia cristiana e il fondamento di una società aperta e solidale. Qui si apre anche l’orizzonte della formazione permanente dei sacerdoti, non immuni dalle lusinghe di un individualismo che depotenzia la vita interiore e rischia di mortificare la perenne freschezza del ministero presbiterale. È parsa assai efficace l’immagine delle parrocchie come “palestre dello Spirito”, luoghi nei quali “non si gestiscono burocraticamente incontri e impegni, ma avvengono miracoli perché si cerca il Signore, ci si imbatte con il suo sguardo, ci si sente raccolti nella sua mano, e se ne ricava la vita trasformata, non più sottomessa al conformismo o sofferente per il giudizio altrui”.Su questo orizzonte si staglia l’impegno assunto dalla Chiesa in Italia come priorità per il decennio: quello di un’educazione che sa entrare, con la forza della speranza cristiana, in tutti gli ambiti dell’esperienza umana. Questo tema sarà al centro della prossima Assemblea Generale, prevista a Roma dal 23 al 27 maggio 2011, chiamata a orientare l’attuazione del documento programmatico per il decennio Educare alla vita buona del Vangelo, perché ispiri le linee pastorali di ciascuna diocesi.4. Verso l’Assemblea GeneraleIl Consiglio Permanente ha approvato l’ordine del giorno della prossima Assemblea Generale di maggio. Oltre alla riflessione sui soggetti e sui metodi dell’educazione alla fede – tema al quale sarà dedicato anche l’approfondimento nei gruppi di studio –, essa procederà all’esame e all’approvazione della seconda parte dei materiali destinati a confluire nella terza edizione italiana del Messale Romano, completando il lavoro svolto nel novembre scorso ad Assisi. Nel corso dell’Assemblea, si terrà un momento di preghiera mariano nella Basilica di Santa Maria Maggiore, per rinnovare l’affidamento a Maria dell’Italia, a centocinquant’anni dall’unità del Paese. Ciascuna diocesi è invitata a preparare tale momento con una celebrazione analoga nello stesso mese di maggio.5. Adempimenti amministrativi e giuridiciÈ stata presentata la proposta di ripartizione dei fondi dell’otto per mille per l’anno corrente, la cui approvazione spetterà all’Assemblea Generale di maggio. Desta particolare compiacimento l’incremento in valore assoluto del numero dei firmatari, segno della validità del meccanismo, a cui ha corrisposto in proporzione l’aumento delle firme per cattolica. È un segno di conferma del costante apprezzamento degli italiani per l’opera svolta dai sacerdoti e dalle comunità ecclesiali in ambito religioso, educativo, sociale e caritativo. Un ampio dibattito si è sviluppato in merito all’ipotesi di una campagna per il rilancio delle erogazioni liberali per il sostentamento del clero, a partire dalla consapevolezza del valore della solidarietà e della necessità di coinvolgere attivamente su questo tema le comunità parrocchiali. È stata determinata la misura del contributo da assegnare ai Tribunali ecclesiastici regionali per l’anno in corso, definendo anche nuove modalità per l’inquadramento professionale di giudici, difensori del vincolo e patroni stabili laici che vi operano a tempo pieno. L’attenzione della Chiesa per una questione che ha evidenti riflessi sul vissuto interiore delle persone, induce a ritenere che sia questo un ambito nel quale, oltre a elevate e specifiche competenze giuridiche, occorre assicurare una spiccata identità ecclesiale e una specifica sensibilità pastorale. Si è dato conto, infine, dell’ipotesi di modifica dell’Intesa per l’insegnamento della religione cattolica, per adeguarla ai nuovi percorsi accademici degli Istituti Superiori di Scienze Religiose. In sessione separata, i Presidenti delle Conferenze Episcopali hanno scelto, per ciascuna delle tre aree territoriali, i progetti-pilota per la nuova edilizia di culto.6. La programmazione delle Commissioni EpiscopaliAll’inizio del nuovo quinquennio, le dodici Commissioni Episcopali, a cui sono affidati all’interno della Conferenza Episcopale compiti di studio, di proposta e di animazione nei diversi ambiti pastorali, sono state chiamate a presentare al Consiglio Permanente il loro programma di lavoro. Emerge in ciascuno di essi un riferimento diretto agli Orientamenti pastorali del decennio, con l’impegno a declinare l’istanza educativa nei settori di competenza. Tali programmi esprimono un’indicazione autorevole, la cui realizzazione potrà subire eventuali modifiche in corso d’opera, tenendo conto delle decisioni che matureranno all’interno del Consiglio Permanente e nell’Assemblea Generale, anche in vista della progettazione del Convegno ecclesiale nazionale di metà decennio.7. NomineNel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha proceduto alla seguenti nomine:- Membro della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute: S.E. Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme.- Membri del Collegio dei revisori dei conti di Caritas Italiana: Mons. Giampietro Fasani, Presidente; Rag. Renzo Boldrini; Dott. Paolo Buzzonetti.- Presidente della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES): S.E. Mons. Giovanni Scanavino, Vescovo emerito di Orvieto – Todi.- Consulente Ecclesiastico Nazionale del Centro Turistico Giovanile: Mons. Guido Lucchiari (Adria – Rovigo).Ha inoltre espresso il gradimento all’elezione della Presidente Nazionale dei Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia: Dott.ssa Stefania Rolla Pensa.Nella riunione del 28 marzo 2011, la Presidenza della CEI ha nominato membro del Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici don Giovanni Soligo, Presidente dell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero; Assistente Ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Campobasso, padre Roberto Nesta, OFM.Roma, 1° aprile 2011