Chiesa

Il caso. . Ciprian e quell'incontro che gli salvò la vita

Enrico Lenzi sabato 3 settembre 2016
«Un giorno, all’improvviso, Madre Teresa di Calcutta varca la soglia dell’orfanotrofio che sembrava aver inghiottito Ciprian per sempre. Si avvicina a Ciprian, lo prende in braccio e lo porta via da lì». È il passaggio cruciale dell’esistenza di Ciprian, oggi un giovane di 35 anni, che in quell’istituto in Romania ci si trovava dopo essere stato abbandonato alla nascita dalla madre. Il motivo? Le ossa del suo cranio non si saldano e allora è destinato a una esistenza piena di problemi gravissimi, persino una diagnosi infausta sulla possibilità di continuarla quella vita così sfortunata.  Ciprian è nato a Tirgoviste, vicino a Bucarest. Al potere vi è ancora il dittatore Nicolae Ceausescu. Constatate le gravi condizioni di salute viene abbandonato in un orfanotrofio in condizioni precarie. La struttura non è in grado di prendersi cura di lui, soprattutto di potergli fornire quelle cure che in qualche modo potrebbero rendere meno amara la sua crescita. Non si tratta di arrivare alla piena guarigione, purtroppo, ma almeno di offrire dignità di vita a questo piccolo. E quando ormai la sua esistenza sembrava segnata ecco irrompere  Madre Teresa che lo prende con sé e lo affida in un primo momento alle sue consorelle di Bucarest. Ci vorrà del tempo prima di ottenere il permesso di partire per l’Italia, dove la religiosa di Calcutta intende portarlo per farlo operare. Un desiderio che si avvera e che vede Ciprian essere in cura prima al «Bambin Gesù» e poi al Policlinico Gemelli di Roma. Le operazioni riescono a salvargli parzialmente la vista di un occhio. Nel 1995 il Tribunale dei minori di Roma dichiara lo stato di adottabilità per Ciprian, ma nonostante l’impegno e gli sforzi della stessa Madre Teresa e delle sue consorelle non si riesce a trovare una famiglia disposta all’adozione. La sua disabilità e lo stato di salute «spaventano».  Quando Ciprian compie 15 anni arriva per lui una seconda svolta: si aprono le porte dell’Istituto Serafico di Assisi, un centro di eccellenza italiana e internazionale nel campo della riabilitazione e nella ricerca scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. Ma Madre Teresa non perde di vista il suo Ciprian tanto che nel 1993 verrà in Italia appositamente per essere la madrina di Battesimo del ragazzo romeno. E lo seguirà sino alla fine dei suoi giorni. «Sono passati quasi venti anni da allora – raccontano al Serafico – e oggi Ciprian continua a vivere nella nostra struttura, dove è diventato un attore negli spettacoli del laboratorio teatrale, un pittore al laboratorio grafico, un marciatore tale da affrontare un tratto del Cammino di Santiago de Compostela, un campione di nuoto che ha persino vinto la medaglia d’oro alle special olympics nel 2014». Ed è anche «un straordinario “smontatore” di oggetti – dice con il sorriso una delle assistenti sociali –. Gli è sempre piaciuto smontate tutto, un giocattolo, un mobiletto, un tavolo. Per lui smontare un oggetto significa conoscerli, scoprirne i dettagli, avere certezza di ogni pezzetto». E sicuramente Madre Teresa non ha mai smesso di stare accanto al suo Ciprian, a cui ha donato con quel gesto in orfanotrofio, una possibilità di vita vera.