Chiesa

Parla il postulatore. Chiara Corbella Petrillo, uno stile di santità possibile

Filippo Rizzi giovedì 19 luglio 2018

Chiara Corbella Petrillo in preghiera due mesi prima della morte (Cristian Gennari)

Il carmelitano scalzo padre Romano Gambalunga si trova in questi giorni in Spagna per motivi di studio – soprattutto nella sua veste di postulatore generale della cause di beatificazione suscitate all’interno del suo Ordine: tra queste anche quella della serva di Dio, la laica Chiara Corbella. «È stata per me anche l’occasione l’essere qui nella penisola iberica – confida – per predicare la novena della Vergine del Carmelo, terminata proprio lo scorso 16 luglio» . Ma questo sacerdote trentino, nato nel 1970, ed esperto della mistica di san Giovanni della Croce avverte tutta la sua gioia alla notizia che grazie alla pubblicazione dell’editto che consente l’apertura della Causa di beatificazione da parte della diocesi di Roma si potrà conoscere nel profondo la trama di santità ordinaria di questa ragazza, prematuramente scomparsa nel 2012 . «La sua figura, fatto salvo il giudizio della Chiesa – spiega il frate carmelitano – offre veramente un’immagine della santità estremamente attuale. Abbiamo bisogno di comprendere meglio che essere santi è possibile ed è bello. Il santo non è un eroe, ma una persona che diventa umana in pienezza e quindi affascina, perché collabora con la grazia di Dio, che è un Padre immensamente generoso con i suoi figli».

Il religioso – che è ,tra l’altro, il postulatore di altre cause importanti tra cui quelle di due suoi illustri confratelli come l’ultima veggente di Fatima suor Lucia dos Santos e del cardinale di Torino Anastasio Alberto Ballestrero rievoca della serva di Dio la sua profonda fede mariana tanto vicina e quasi in “sintonia” al carisma fondativo del suo Ordine. «Chiara non ha avuto nessun contatto con noi carmelitani. La sua crescita spirituale – è l’argomentazione – , oltre alla famiglia è dovuta piuttosto all’incontro con varie realtà ecclesiali a Roma e Assisi. Il legame con i carmelitani però c’è, non esteriore ma interiore, ed è per me un segno della fantasia di Dio. Si tratta del rapporto intimo, costante, profondo con la Vergine Maria, sposa e madre, che le ha dato una speciale attitudine a stare in ascolto della volontà di Dio che si manifesta nella storia personale e una docilità alla parola di Dio - frutto anche di combattimento spirituale -, il cui significato si dischiude pienamente solo nella comunione della Chiesa».

Ora secondo padre Gambalunga sarà la raccolta di materiale inedito e di testimonianze a raccontarci la trama di santità della Corbella. «I documenti fondamentali, come in ogni causa, sono gli scritti della serva di Dio – è l’ammissione dello studioso – che nel caso suo sono quasi totalmente inediti: brevi meditazioni, appunti, lettere, biglietti. Molto più importanti però, per andare a fondo dell’opera che lo Spirito ha compiuto in Chiara e del regalo che è per la Chiesa non solo di Roma, saranno le testimonianze di chi l’ha conosciuta, a partire ovviamente dai parenti e dal marito Enrico».

Nella sua articolata riflessione padre Gambalunga «conoscendo Chiara da vicino» rammenta e accenna di questa figura la sua dimensione di fede personale, «il suo primato del rapporto con il Signore» e la sua «relazione di amicizia» instaurata e coltivata proprio «con Gesù». Ma soprattutto il religioso – che ha seguito, sempre nella veste di postulatore la causa di canonizzazione dei genitori di Teresina di Lisieux, proclamati santi proprio da Francesco nel 2015 – è rimasto colpito da come la città di Roma con la sua rete di parrocchie abbia sentito e fatto “sua” la figura di questa “semplice” ragazza. «Credo perché l’hanno avvertita come una di loro – è la riflessione – con un’esperienza di fede comune, che non ha nulla di speciale se non il modo di viverla, che manifesta la gloria del Padre e perciò porta a lodarlo, come vuole Gesù per i suoi discepoli (vedi il Vangelo di Matteo)».

E annota un particolare: «Quello che ha vissuto dapprima in famiglia e poi insieme al marito Enrico, tocca la verità (e la menzogna) del mondo, il punto più instabile della nostra epoca, il pilastro fondamentale dell’esistenza umana, che è quello del significato dell’amore umano e della vita, dal suo inizio alla sua fine». «Pur essendo all’inizio dell’indagine attorno a questa causa – spiega infine padre Gambalunga – mi ha sicuramente colpito un aspetto: la sua santità è ecclesiale, pienamente cattolica. E proprio per questo tocca le corde più profonde del cuore umano».

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