Chiesa

INIZIATIVA CEI. La raccolta nelle chiese: domani l'Italia risponde

Paolo Lambruschi giovedì 14 gennaio 2010
Servono tante gocce per fare un mare di aiuti concreti ad Haiti. Che, dopo aver pianto e seppellito i 200 mila morti stimati dal governo, deve sconfiggere la miseria, scoperta dai più solo dopo il sisma che il 12 gennaio ha sconvolto il Paese caraibico. Occorre quindi un piano di ricostruzione di lungo periodo che aiuti la popolazione a camminare con le proprie gambe verso lo sviluppo. Per sostenere l’emergenza e l’impegno a lungo termine, la Chiesa italiana ha indetto per domani una raccolta straordinaria in tutte le parrocchie per le tante iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas. Il quadro è drammatico. L’elevato numero di cadaveri sta mettendo il Paese a rischio epidemie. Critica anche la situazione della sicurezza interna. Gli ospedali sono gravemente danneggiati, l’aeroporto è agibile, ma limitato nel numero di voli per via della carenza di carburante e congestionato per l’invio di aiuti. La circolazione interna resta difficoltosa. Cibo, medicinali, acqua, tende, prodotti igienici sono le necessità immediate. In questi primi dieci giorni grazie alla rete parrocchiale, composta da 58 sacerdoti e responsabili di comunità provenienti da 32 parrocchie, la Caritas ha già distribuito a Port-au-Prince, Jacmel, Leogane e Grosse Morne una grande quantità di cibo, kit per l’igiene, acqua e coperte in 20 campi per senza tetto. L’organizzazione ecclesiale sta inoltre aiutando 50 mila sfollati presso il campo di Petionville e ha già avviato il sostegno all’ospedale San Francesco di Sales e a 6 cliniche, oltre ai piccoli centri di assistenza medica nelle tendopoli. Il tutto grazie soprattutto a volontari haitiani come lo studente universitario Moni Marion, che fa il traduttore per agevolare gli aiuti ai terremotati. Ha perso tutto, si è offerto di collaborare con la Caritas per aiutare il prossimo dopo essersi salvato per miracolo dal crollo della sua abitazione. Per i prossimi due mesi la rete Caritas internazionale, attiva sul luogo della catastrofe fin dalle prime ore, ha lanciato un piano d’emergenza per 31 milioni di euro in favore di 40 mila famiglie, in tutto 200mila persone. I beneficiari verranno individuati insieme alle parrocchie. In queste ore l’ente continua a distribuire kit igienici e alimentari, sta curando l’assistenza sanitaria di base e il trasporto in ospedale dei pazienti più gravi. Le offerte raccolte nelle parrocchie italiane domani serviranno anzitutto a fornire nei prossimi giorni aiuti alimentari, rifugi temporanei, indumenti e coperte, medicinali e servizi sanitari di prima necessità, acqua potabile, materiale igienico e sostegno psicologico. Inoltre in ogni campo la Caritas allestirà a breve due tende, una destinata all’avvio di attività formative, educative e di assistenza ai bambini e la seconda come spazio sociale per gli adulti. E avvierà alcune attività lavorative. Prevede di dare lavoro a 5.000 persone nella pulizia delle strade per 10 giorni intorno all’ospedale San Francesco di Sales. Altre 5.000 persone verranno assunte per implementare i servizi igienici nei campi di sfollati. «La Caritas italiana – spiega il responsabile dell’area internazionale dell’organismo pastorale, Paolo Beccegato – partecipa, anche con quanto si raccoglierà domani, al piano bimestrale di emergenza. Inoltre predisporremo un piano per le fasi successive con il probabile invio in loco di personale per periodi medio-lunghi e finanzieremo progetti di ricostruzione di scuole, infrastrutture per l’agricoltura come pozzi e sistemi di irrigazione. Nelle fasi successive vogliamo sostenere progetti di riabilitazione dell’artigianato, dell’allevamento e dell’agricoltura». Domani tante gocce di solidarietà per Haiti devono aiutarla a ripartire.