Chiesa

Giornata per l'Università Cattolica. Il messaggio Cei per l'ateneo «con cuore di donna»

La presidenza della Cei giovedì 3 febbraio 2022

Pubblichiamo il Messaggio della Presidenza della Cei per la 98ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra domenica 1° maggio 2022. Tema di riflessione: "Con cuore di donna al servizio della cultura e della società", in riferimento alla cofondatrice Armida Barelli che sarà beatificata il 30 aprile.

La 98ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore è strettamente correlata ad un altro momento significativo per la Chiesa che è in Italia: la beatificazione di Armida Barelli, cofondatrice dell’Ateneo insieme a P. Agostino Gemelli, che avrà luogo nel Duomo di Milano il 30 aprile 2022. Alla luce di questa felice concomitanza, si è scelto di porre alla base della Giornata una riflessione sul tema Con cuore di donna al servizio della cultura e della società.

Armida Barelli è stata una delle figure femminili più rilevanti nel contesto culturale della prima metà del Novecento. Animata da grandi ideali, aveva una originale personalità come scrive padre Gemelli: “Era inconfondibile: la freschezza dello spirito, l’ingegno intuitivo e pronto, la capacità di organizzare e attuare il programma lavorativo stabilito, l’essere sempre con il sorriso e il suo spirito accogliente per tutti, specie per i più umili”. Unica donna nel gruppo dei “padri fondatori”, Armida ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita dell’Università Cattolica, un progetto per quei tempi davvero sfidante e visionario.

Con cuore di donna, cioè intuitivo, materno e generativo, Armida ha vissuto con grande coraggio, nel senso etimologico del termine, che non a caso richiama la virtù di un “cuore” gettato oltre ogni ostacolo. Uscendo dagli schemi sociali dell’epoca e mettendo a frutto il genio femminile, si è impegnata, oltre che per l’Università Cattolica, anche in ulteriori, molteplici opere. Fondatrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica e delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, diede anche un contributo determinante per l’avvio e lo sviluppo dell’Istituto Benedetto XV in Cina, da cui nacque una Congregazione religiosa femminile, tutt’ora molto attiva. Nel 1923 scriveva alle donne: “Avanti insieme per Gesù nella bella, grande famiglia cristiana”, “tutte insieme, professoresse e analfabete, aristocratiche e contadine, studenti e operaie, maestre e impiegate, casalinghe e artigiane”. E agendo anche sul piano sociale per la valorizzazione femminile, Armida fu promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale. Nella stagione del ritorno alla democrazia nel nostro Paese dopo la devastazione della guerra, spronava le donne, per la prima volta chiamate al voto, a “capire quali sono i principi sociali della Chiesa per esercitare il nostro dovere di cittadine” perché “siamo una forza, in Italia, noi donne”.

Con cuore di donna, la Barelli ha coltivato la formazione spirituale, l’impegno ecclesiale, la promozione culturale e l’azione sociale di tutti coloro che ha incontrato nelle diverse realtà, con una particolare attenzione alla figura femminile. Ha stretto con tutti relazioni profonde di amicizia, di cui è emblema il patto per la reciproca santificazione stabilito con P. Gemelli, dal cui sodalizio spirituale e culturale sono nate e hanno preso forma le diverse opere cui si è dedicata in modo instancabile consumandosi per esse fino agli ultimi giorni. Ha saputo realizzare a sostegno dell’Ateneo una impressionante mobilitazione ecclesiale, con l’Associazione degli Amici: una rete capillare di persone, non sempre intellettuali e spesso neppure istruite, che si sono spese per l’Università Cattolica del Sacro Cuore seguendone, passo dopo passo, la fondazione e gli sviluppi. Dopo la grande mobilitazione del 1923, convincerà il Pontefice Pio XI, grande sostenitore dell’Ateneo come tutti i suoi successori, ad istituire ufficialmente l’annuale Giornata Universitaria in tutte le parrocchie d’Italia. È innanzitutto alla Barelli che dobbiamo questa iniziativa ininterrotta, attorno a cui si è sviluppata, di anno in anno, anche un’importante riflessione culturale.

Con cuore di donna, Armida Barelli ha testimoniato soprattutto il valore e la fecondità della “fiducia incondizionata nel Sacro Cuore”, cifra della sua esistenza. Forte di questa fiducia, teologicamente fondata, solida e non banalmente sentimentale, la “Cassiera” dell’Ateneo e la “Sorella maggiore” della Gioventù femminile intuisce e porta avanti con determinazione la necessità di intestare proprio al “Sacro Cuore” il nascente Ateneo dei cattolici italiani. Questa dedicazione, apparentemente stravagante e inappropriata, in realtà chiarisce il rapporto tra devozione e riflessione, ordine degli affetti e ordine del logos, ultimamente tra fede e ragione. Viene così definita la vocazione propria dell’Ateneo, ovvero il suo essere un’istituzione educativa e culturale che, cogliendo fino in fondo la singolarità del cristianesimo, ambisce a coniugare le qualità migliori del logos nella ricerca della verità con le forze più vitali delle affezioni rivolte al bello e al buono della vita.

In questa prospettiva, di fronte alla minaccia oggi più che mai presente di una irriducibile scissione fra fede e ragione, alla comunità universitaria, arricchita da un secolo di storia, è richiesta una capacità di pensiero abitata da gratitudine e passione, in grado di generare una cultura davvero all’altezza di una ragione degna dell’uomo. Come ha ricordato il Santo Padre Francesco nel Videomessaggio inviato in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo (19 dicembre 2021) nel Centenario della fondazione, per portare avanti la grande impresa occorre coltivare “fuoco, speranza e servizio”: il fuoco, cioè “la fiaccola che nella vostra Università è stata trasmessa di generazione in generazione” per continuare nell’opera educativa, via tra le più efficaci per umanizzare il mondo e la storia; la speranza per continuare a “scommettere sul futuro vincendo la naturale spinta che nasce dalle tante paure che rischiano di immobilizzarci, fissarci e chiuderci in un eterno e illusorio presente”; il servizio per continuare a “respirare questo spirito, apprendere questo stile, per viverlo nella complessa realtà del mondo contemporaneo”.

Che l’ormai prossima beata Armida Barelli ci sia d’esempio nel coniugare visioni coraggiose, slancio educativo e impegno culturale, in un appassionato servizio alla Chiesa e alla società.

LA PRESIDENZA

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Roma, 28 gennaio 2022

Memoria di San Tommaso d’Aquino