Chiesa

La festa di San Giuseppe. Cari papà guardate a Lui

Lello Ponticelli martedì 19 marzo 2019

San Giuseppe e il bambino Gesù (Guido Reni)

Cari papà,
permettetemi qualche parolina per voi, scritta con passione e con rispetto. Da un po’ di tempo il 19 marzo è una giornata dedicata a voi, ma sono convinto che non vi offendete se vi ricordo che è innanzitutto la festa di san Giuseppe, il padre di Gesù: per questo vi voglio subito promettere una preghiera speciale dal Santuario di San Giuseppe in Procida, mia terra di origine, affinché san Giuseppe vi aiuti nel vostro delicato compito.

Con il carissimo amico e confratello don Giuseppe Costagliola, di recente abbiamo scritto un piccolo libro su san Giuseppe proprio perché la sua figura ci sembra assai attuale («Un santo per amico», Napoli, 2019). Il libro ha una struttura molto semplice: offre meditazioni accompagnate da alcune domande per favorire la riflessione personale, sempre con una preghiera conclusiva, tratta dalla liturgia o composta dai Papi più recenti, da qualche scrittore, o da noi stessi. Abbiamo infatti sperimentato che in un’epoca in cui qualche autorevole pensatore si è chiesto «cosa resta del padre» (Massimo Recalcati) uno dei motivi di grande attualità della persona e della missione di san Giuseppe riguarda il tema del padre e della paternità.

Non sfugge che negli ultimi anni siamo passati dalla società del “padre-padrone”, che giustamente doveva tramontare, alla società senza padri: il padrone è stato ucciso, e con lui anche il padre. Per lunghi anni, cioè, anche se volevate essere presenti nella vita dei vostri figli più di qualcuno vi ha letteralmente cacciati, estromessi, creando un pregiudizio sfavorevole nei vostri riguardi. E voi stessi ve ne siete convinti, facendovi da parte.

Da tanti pulpiti culturali – psicologi, filosofi, anche predicatori – c’è stato una spinta in questa direzione, e stiamo ancora aspettando un’autocritica. Intendiamoci: sapete bene che anche oggi vostro figlio vi può "cacciare" - soprattutto durante l’adolescenza -, ma questo resta sempre un buon segno: è un altro modo con cui vi dice «sto crescendo, fatti da parte» ma anche «però non te ne andare, prova a starci, e insegnami a lottare».

Se insieme a voi papà anche le mamme, anche i padri e le madri spirituali, gli adulti in genere, fossimo tutti attenti a quanto si muove in giro ci accorgeremmo di una cosa interessante, contemporaneamente carica di promessa e di minaccia: da un lato sembra esserci una riscoperta del bisogno di paternità; dall’altro, però, molti padri sono in fuga, come impauriti dinanzi alle responsabilità da assumere. Vedo la tentazione anche in me, sacerdote e padre spirituale: forse anche voi siete talvolta impauriti dall’essere cercati per un corpo a corpo tutt’altro che facile.

Perciò vi vorrei suggerire di guardare a san Giuseppe come vostro modello ma anche di sceglierlo come amico. Giuseppe insegna anzitutto a “esserci” per la vita dei vostri figli. Lui c’è stato per Gesù, non è scappato dinanzi al compito difficile e misterioso che lo attendeva, e si è assunto appieno le sue responsabilità. Non ci vuole molto a essere genitori, ma non basta una vita per essere padre. Come dice papa Francesco, per favore, non lasciate i vostri figli orfani di genitori vivi.

padre spirituale e psicologo