Chiesa

Sugli altari. Il cardinale Wyszynski presto beato

Riccardo Maccioni giovedì 3 ottobre 2019

Il cardinale Stefan Wyszynski, già primate di Polonia, legatissimo a Giovanni Paolo II sarà presto beato.

Guidò la Chiesa polacca negli anni in cui il Paese era sotto il regime comunista. Morì a Varsavia nel 1981, a 80 anni.

Wyszynski era nato a Zuzela (un villaggio dell'est della Polonia) nel 1901, in una famiglia povera e numerosa. Dopo l'insurrezione del 1956 contro il regime stalinista (Rivolta di Pozna), al fine di allenare le tensioni, il nuovo leader polacco Gomulka chiese a Wyszynski di riprendere possesso della sua carica arcivescovile e ottenne che venisse garantita la libertà di culto e l'indipendenza tra Stato e Chiesa. il 28 ottobre il primate tornò a Varsavia e l'8 dicembre si firmò il nuovo accordo che sottoscriveva le condizioni poste dal cardinale Wyszynski. Da allora ebbe un ruolo cruciale nei conflitti che sorsero tra la classe operaia e il governo comunista: da un lato appoggiando le rivendicazioni dei lavoratori e dall'altro conservando un atteggiamento conciliatore e pacifico, allentando le tensioni per evitare le violenze da entrambe le parti.

Wyszynski morì il 28 maggio del 1981, quindici giorni dopo l'attentato a Giovanni Paolo II. Non potendosi recare al suo funerale perché ancora ricoverato, papa Wojtyla inviò una sentita lettera alla nazione polacca con la quale invitò a trenta giorni di raccoglimento e di preghiera per meditare su «la figura dell'indimenticabile Primate, il cardinale Stefan Wyszynski», e «il suo insegnamento, il suo ruolo in un così difficile periodo della nostra storia».

Il Papa ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce un miracolo ottenuto per intercessione del cardinale Wyszynski. Con lui, sugli altari anche la giovane Alessandra Sabattini, romagnola impegnata nella comunità Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi. Nata a Riccione morì 2 maggio 1984 a Bologna non ancora ventitreenne. Come per lei, a seguito dell’udienza con il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il cardinale Angelo Becciu il Pontefice ha dato il via libera al riconoscimento di una guarigione miracolosa per intercessione di don Francesco Mottola, nato a Tropea il 3 gennaio 1901 e morto nella stessa località calabrese il 29 giugno 1969. A questo prete diocesano si deve la “Famiglia degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore” un Istituto secolare, eretto a livello diocesano, dal vescovo monsignor Vincenzo De Chiara il 25 dicembre 1968. Testimone dello stretto legame tra preghiera e attenzione agli ultimi lo si ricorda per i cosiddetti "certosini della carità", piccoli gruppi di sacerdoti e laici impegnati nell’apostolato al servizio dei poveri. Un servizio che si tradusse anche nella fondazione di ivarie "Case della carità" per l’accoglienza e l’assistenza dei disabili a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Roma. A 41 anni rimase colpito da una paralisi, che gli tolse persino l’uso della parola ma malgrado questo don Mottola riuscì a continuare i suo ministero affrontando con fede e speranza anche la malattia.

Ma l’elenco dei nuovi beati non si ferma qui.

Si contano infatti anche due martiri: Giovanni Roig y Diggle, laico; nato il 12 maggio 1917 a Barcellona (Spagna) e ucciso la notte tra lf11 e il 12 settembre 1936 a Gramanet (Spagna); e Benigna Cardoso da Silva, laica, nata il 15 ottobre 1928 a Santana do Cariri (Brasile) e ivi uccisa il 24 ottobre 1941;
Vengono infine dichiarati venerabili, cioè ne sono state riconosciute le virtù eroiche:
Augusto Cesare Bertazzoni, arcivescovo titolare di Temuniana, già vescovo di Potenza e Marsico; nato il 10 gennaio 1876 a Polesine di Pegognaga e morto il 30 agosto 1972 a Potenza;
Giovanni Luigi Querbes, sacerdote, fondatore della Congregazione dei Chierici parrocchiali o catechisti di San Viatore; nato il 21 agosto 1793 a Lione (Francia) e morto il 1‹ settembre 1859 a Vourles;
Maria Francesca del Bambino Gesu (al secolo: Maria Natividad Sanchez Villoria), monaca professa