Chiesa

Intervista. Scola: un amico, un maestro, un padre. La sua vita nel segno dell’umiltà

Davide Parozzi martedì 3 gennaio 2023

Benedetto XVI con il cardinale Scola allo stadio di San Siro a Milano nel 2012 per l’incontro con i cresimandi dell’arcidiocesi

Un rapporto intellettuale che nel corso del tempo si è approfondito sempre di più fino a diventare autentica amicizia. Di Benedetto XVI il cardinale Angelo Scola ama sottolineare non solo la profondità dello studioso ma anche l’amabilità del tratto umano contraddistinto da una straordinaria umiltà e delicatezza. Per l’arcivescovo emerito di Milano Joseph Ratzinger non è stato solo un maestro, ma molto di più.

«Incontrai l’allora professore e vice rettore dell’Università di Regensburg nel 1971 – spiega il porporato – , per discutere del progetto di Communio, cui - come è noto - parteciparono taluni significativi teologi del calibro di De Lubac, von Balthasar, Chantraine… Dopo la nomina di Joseph Ratzinger a prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, la reciproca conoscenza si approfondì sempre più, divenendo amicizia. Da più di cinquant’anni papa Benedetto è per me un amico, un maestro e un padre.

Cosa ha significato e significa tuttora il pontificato di Benedetto XVI per la Chiesa?
Ha favorito, e continuerà a farlo, una perspicace dimostrazione di come l’avvenimento di Cristo può orientare la vita della singola persona, della Chiesa e dell’umanità tutta.

Qual è stato il suo tratto distintivo?
Una fede profonda entro la quale tutta la ragione può muoversi a suo agio.

Quale eredità lascia alla Chiesa anche alla luce della sua scelta di rinunciare al ministero petrino?
Lo ha anticipato il giorno stesso della sua elezione definendosi come un “umile servitore della vigna”, dove la virtù dell’umiltà attraversa non solo i suoi gesti, ma tutto il suo magistero e tutta la sua teologia. La rinuncia al pontificato ha certamente la sua radice in questa pratica dell’umiltà. Anziché congetturare su motivazioni che in realtà non si conoscono, bisognerebbe vivere immedesimandosi con questo suo atteggiamento.

Benedetto XVI ha affrontato il problema della scristianizzazione dell’Occidente senza anatemi ma cercando di mostrare la razionalità del credere. Un bilancio di questo impegno?
Il bilancio mostra un guadagno imponente e poggia su un approfondimento originale dell’insuperabile binomio fede-ragione.

Benedetto XVI si è trovato a guidare la Chiesa in momenti difficili, primo fra tutti l’esplosione dello scandalo pedofilia. In questa lotta la Chiesa, anche quella di oggi, in che modo è debitrice al Papa emerito?
Invito a leggere la sua Lettera agli irlandesi (2010) e ricordo le sue affermazioni alla Via crucis del 2005 sulla sporcizia nella Chiesa oltre all’omelia della Messa Pro eligendo Pontifice del 2005. Di fronte alla gravissima prova della pedofilia Papa Benedetto ha introdotto strumenti giuridici decisivi perché siano sempre rispettate verità e giustizia.