Chiesa

Missionarie uccise / Biografie. Le tre suore che in Burundi predicavano l'integrazione

lunedì 8 settembre 2014
​"Era tornata qui per le ferie poco tempo fa. Si batteva per la fine della guerra civile" ha spiegato commosso padre Carmelo Beosso, responsabile del centro Saveriani di Desio (Monza), ricordando suor Lucia Pulici uccisa la scorsa notte in Burundi. La religiosa, che era di Desio, "si era impegnata nell'insegnare l'integrazione religiosa a 40.000 giovani". Originaria della località monzese, suor Lucia «è partita per il centro missionari di Parma a 21 anni, lo aveva detto solo a nostra madre. Da allora non è più rientrata e poi è volata in Burundi". Racconta così la sorella Anna Pulici, 84 anni. ''Lucia era la quarta di 6 sorelle e 2 fratelli'', ha spiegato. Un amore sconfinato per la gente del Burundi: le tre suore uccise erano tornate in quella terra nonostante le loro condizioni fisiche non ottime. Suor Lucia Pulici aveva trascorso una vita in missione, in Brasile e in Africa. Cinquant’anni. Ma non mancava di tornare, ogni tre anni, a Desio, la città in cui è cresciuta e in cui vivono tuttora le sorelle e i nipoti. L’ultima circostanza era stata l’anno scorso: come a ogni rientro, aveva raccolto l’affetto di chi le voleva bene facendo il giro delle case per salutare parenti e amici, raccontando loro la vita nel Sud del mondo. I familiari hanno appreso della sua tragica morte ieri sera. Oggi sarebbe stato il compleanno di Lucia Pulici, il suo 75°, dopo che, il 2 luglio scorso, aveva festeggiato i 50 anni della sua professione religiosa e missionaria.Tranne alcuni anni passati in Italia, Bernardetta Boggian, missionaria saveriana di Ospedaletto Euganeo (Padova), è stata in Africa Centrale – Repubblica Democratica del Congo e infine Burundi – dal 1970. A fine agosto 2013, alla vigilia della sua ripartenza, scrive: "La Provvidenza mi ha fatto dono di incontrarmi con diversi popoli e culture, di vedere panorami stupendi. Ho conosciuto persone meravigliose; cristiani e credenti di altre religioni: volti che sfilano davanti a me come una sequenza, facendomi rivivere lo stupore di avere incontrato i semi del Vangelo già presenti. Olga Raschietti era in Africa dalla fine degli anni Sessanta. Dopo una lunga esperienza in Congo, dal 2011 si era spostata nella Missione di Kamenge, a Bujumbura (Burundi). Il suo ultimo saluto alla comunità vicentina era stato pubblicato a maggio 2014 da Chiesa Viva, il mensile dell'Ufficio per la pastorale missionaria della Diocesi di Vicenza.

 

"La mia vocazione è lì»: sono le parole che la suora vicentina, 83 anni, ripeteva spesso ai familiari per spiegare le ragioni che oltre 50 anni fa l’avevano portata in Africa. Era partita missionaria da Montecchio Maggiore (Vicenza), dove abitano ancora cinque fratelli.«È morta per la sua vocazione e se sul piano umano sono dispiaciuto come cristiano sono orgoglioso. È già nei cieli, ne sono certo e lo dico rispettando il credo di ognuno». dice il fratello Arduino. «Era la zia d’Africa - ricorda una nipote - e da bambini ci portava sempre un ricordo quando tornava a casa. Siamo tantissimi nipoti ma si ricordava di tutti e per tutti c’era un regalino. Nei primi tempi tornava ogni tre anni, mi pare, adesso un pò più spesso». L’ultima volta, mesi fa, quando ha fatto ritorno a Montecchio per un breve periodo, servito anche per curare degli acciacchi a un ginocchio. «Non voleva restare in Italia - sottolinea Arduino - e appena ha potuto è ripartita». LEGGI I PROFILI SUL SITO DELLA DIOCESI DI PARMA