Chiesa

Funerale. Il testo del rogito inserito nella bara di Benedetto XVI

Redazione Internet giovedì 5 gennaio 2023

La bara con le spoglie del Papa emerito è stata chiusa ieri con all’interno alcuni segni della dignità pontificia e il testo che ricorda in breve la storia della vita e del ministero di Joseph Ratzinger

“Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito. Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità”.

Comincia così il Rogito che ripercorre in breve la vita e il pontificato di Joseph Ratzinger, e che è collocato nella bara di cipresso chiusa mercoledì 4 gennaio, insieme alle monete e alle medaglie coniate durante il pontificato e ai pallii.
La bara poi, al termine delle esequie, sarà messa in una bara di zinco e in una terza bara di rovere.


La prima parte del testo che descrive il pontificato di Ratzinger e che è stato inserito in un cilindro di metallo è dedicata alle sua giovinezza e al rapporto con la famiglia: “Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi. Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale. Il tempo della sua giovinezza non fu facile”. “La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo”, la sottolineatura riferita al clima politico del tempo. Poi gli studi: “Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a Münster, a Tubinga e a Ratisbona”.


Dal ruolo del Concilio agli otto anni di pontificato. È la seconda parte del Rogito per la morte di Benedetto XVI, in cui si ricorda il ruolo svolto da Joseph Ratginger, nel 1962, “come perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings”. Poi l’ordinazione arcivescovile, il 25 marzo 1977 per mano diPapa Paolo VI, che lo nominò arcivescovo di München und Freising e lo consacrò vescovo il 28 maggio dello stesso anno. “Come motto episcopale scelse Cooperatores Veritatis”, si ricorda nel testo, collocato nella bara di Joseph Ratzinger insieme alle monete e alle medaglie coniate durante il pontificato e ai pallii. P”apa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977”, si legge nel testo in latino: “Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; e il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di München und Freising. Il 6 novembre 1998 fu nominato Vice-Decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia. Venerdì 8 aprile 2005 presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro”. “Dai Cardinali riuniti in Conclave fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e prese il nome di Benedetto XVI”, le parole dedicate all’elezione al soglio di Pietro: “Dalla loggia delle benedizioni si presentò come umile lavoratore nella vigna del Signore. Domenica 24 aprile 2005 iniziò solennemente il suo ministero Petrino”. “Benedetto XVI pose al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi”, la sintesi degli otto ani da Papa regnante: “Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea. Promosse con successo il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei e con i rappresentanti delle altre religioni; come pure riprese i contatti con i sacerdoti della Comunità San Pio X”.

Nella terza parte del Rogito, collocato nella bara del Papa emerito Joseph Ratzinger insieme alle monete e alle medaglie coniate durante il pontificato e ai pallii, viene riportato il testo in latino della rinuncia al pontificato, annunciata da Benedetto XVI la mattina dell’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni circa tre canonizzazioni, dopo il voto dei cardinali. Poi la citazione dell’ultima udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, quanto Benedetto XVI, “nel ringraziare tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione”, assicurò: “Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre”. “Dopo una breve permanenza nella residenza di Castel Gandolfo, visse gli ultimi anni della sua vita in Vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione”, la sintesi dei quasi dieci anni vissuti “nascosto al mondo” dopo la rinuncia.

Poi il compendio del pontificato: “Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche Deus caritas est (25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009). Consegnò alla Chiesa quattro Esortazioni apostoliche, numerose Costituzioni apostoliche, Lettere apostoliche, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali e alle allocuzioni, comprese quelle pronunciate durante i ventiquattro viaggi apostolici compiuti nel mondo. Di fronte al relativismo e all’ateismo pratico sempre più dilaganti, nel 2010, con il motu proprio Ubicumque et semper, istituì il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui nel gennaio del 2013 trasferì le competenze in materia di catechesi”.

Lottò con fermezza contro i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili, richiamando continuamente la Chiesa alla conversione, alla preghiera, alla penitenza e alla purificazione”. E’ il tratto finale della sintesi della vita di Joseph Ratzinger, con gli otto anni da Papa regnante e i dieci da Papa emerito, contenuto nel Rogito collocato nella bara, insieme alle monete e alle medaglie coniate durante il pontificato e ai pallii. “Teologo di riconosciuta autorevolezza, ha lasciato un ricco patrimonio di studi e ricerche sulle verità fondamentali della fede”, la frase finale, prima dell’iscrizione in latino che attesta la presenza del corpo di Benedetto XVI, con la data di nascita e di morte. “Semper in Christo vivas, Pater Sancte”, l’augurio finale.