Chiesa

Francescano. Aperta a Roma la causa di beatificazione di padre Antonio Mansi

Gianni Cardinale sabato 9 marzo 2019

Padre Antonio Mansi in un ritratto di Giovanni Crabuzza (particolare)

Padre Antonio Mansi, frate conventuale originario di Ravello (Salerno), nel 1917 fu cofondatore con san Massimiliano Kolbe della Milizia di Maria Immacolata. L’anno dopo morì in fama di santità: fu stroncato a soli 22 anni dalla terribile febbre spagnola. Ieri, nel Palazzo del Vicariato a Roma, è iniziato il processo di beatificazione, cammino che potrebbe far sì che padre Mansi raggiunga nella gloria degli altari il confratello polacco martirizzato ad Auschwitz.

Alla solenne cerimonia hanno assistito i parenti di fra’ Antonio provenienti dalla Costiera amalfitana, il vescovo conventuale Gianfranco Girotti, il ministro provinciale padre Cosimo Antonino, il vicario provinciale padre Paolo Galante, il vice-postulatore padre Raffaele Di Muro, il biografo del servo di Dio padre Gianfranco Grieco (autore del volume Il figlio più grande pubblicato lo scorso anno dall’editrice Miscellanea Francescana), i frati dei conventi di Ravello e di San Giacomo e Santa Dorotea a Roma, il vicesindaco di Ravello Ulisse Di Palma.

Nel corso della cerimonia Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare per il settore centro e prelato segretario del Vicariato, ha sottolineato che «oggi la figura» di padre Mansi «si rivela particolarmente importante per quanti vivono la formazione alla vita consacrata e al presbiterato, grazie alla sua fedeltà nella preghiera e agli impegni tipici di una casa formativa». Infatti «determinazione e perseveranza sono doti molto evidenti» in fra’ Antonio, che «dimostra la massima attenzione del prepararsi al meglio alle tappe che il cammino verso la piena e perpetua consacrazione a Dio prevede».

Inoltre il religioso di Ravello «dona una notevole testimonianza per il suo legame con l’Immacolata». Ruzza ha ricordato che fu tra i fondatori della Milizia dell’Immacolata e sperimentò «in modo significativo cosa voglie dire porsi nelle mani di Maria». Ecco quindi che «il vissuto del servo di Dio può essere molto prezioso per i giovani in genere, bisognosi di dare un orientamento alla propria vita».

«Ci auguriamo – ha auspicato infine il presule segretario del Vicariato – che fra’ Antonio possa essere iscritto nel catalogo dei beati e dei santi, grazie al suo pregevole stile di vita evangelico e mariano, realizzando anche il sogno di san Massimiliano che auspicava l’introduzione della causa di beatificazione per questo giovane confratello». Antonio è il fratello di Bonaventura Mansi, custode del sacro convento di Assisi durante la seconda guerra mondiale. L’iter del processo di beatificazione ha preso il via dopo la richiesta in tal senso formulata nell’estate del 2017 dal capitolo provinciale. Il 25 ottobre 2018, il cardinale vicario Angelo De Donatis, ha firmato l’editto con cui è stato portato a conoscenza della comunità ecclesiale l’avvio del processo.