Chiesa

Ucraina. Bassetti incontra il segretario dell'Onu Guterres: dialogo per fermare le armi

Giacomo Gambassi venerdì 22 aprile 2022

L'incontro alle Nazioni Unite. Da sinistra, padre Fortunato, il cardinale Bassetti, il segretario Onu Guterres e il presidente Vaccari

La guerra è sempre «un’ingiustizia totale». Parole che hanno unito il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, e il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Si sono incontrati nelle scorse ore al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York, dove l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve è in visita insieme con una delegazione di Rondine-Cittadella della pace, il laboratorio della riconciliazione alle porte di Arezzo in cui studiano fianco a fianco ragazzi di Paesi in conflitto che la geopolitica chiama “nemici”. Il colloquio è durato poco più di mezz’ora ed è avvenuto all’indomani dell’appello lanciato dallo stesso Guterres per una tregua in Ucraina in occasione della Pasqua ortodossa (e dei greco-cattolici) che si celebra domenica 24 aprile.

Il cardinale Gualtiero Bassetti e il segretario Onu, António Guterres, al Palazzo di Vetro a New York - Rondine-Cittadella della pace

L’invasione russa è stata il tema “caldo” del dialogo. «Abbiamo convenuto sul fatto che l’attuale momento storico è preoccupante per l’intera umanità – racconta Bassetti –. I combattimenti in Ucraina stanno causando nel mondo una situazione particolarmente grave. Il segretario generale sente il dolore di chi è toccato dalla guerra. Ed è lo stesso dolore che come Chiesa condividiamo». Nell’incontro sono entrati i drammi che si vivono nel Paese attaccato dalle truppe di Mosca. «Abbiamo parlato dei morti del conflitto, su cui non c’è un computo preciso; delle fosse comuni che sono state trovate; dei bambini dispersi; del numero smisurato di sfollati e di feriti di cui manca un quadro complessivo», chiarisce il presidente della Cei. E aggiunge: «Il segretario Guterres ci ha anche annunciato il suo desiderio di incontrare il presidente Putin e il presidente Zelensky, nella speranza che sia possibile compiere progressi in una mediazione».


Bassetti, come lui stesso riferisce, ha portato fino all’Onu «l’impegno della Chiesa di fronte alla follia umana della guerra: dall’azione diplomatica all’assistenza alle genti sotto le bombe, dall’accoglienza dei profughi alla sfida di creare una mentalità che favorisca la riconciliazione». Dal leader portoghese è arrivato «il forte apprezzamento per l’operato di papa Francesco». E al cardinale ha chiesto di far giungere al Pontefice il suo saluto e il sostegno delle Nazioni Unite per il lavoro instancabile di questo periodo. «A mia volta – spiega Bassetti – ho detto come il mondo guardi con attenzione all’operato di Guterres e l’ho invitato ad andare avanti per far sì che i negoziati e il dialogo prendano il posto delle armi».

Il cardinale Gualtiero Bassetti e il segretario Onu, António Guterres, al Palazzo di Vetro a New York - Rondine-Cittadella della pace

A aprire l’incontro è stato un gesto: l’accensione da parte di Guterres e Bassetti della Lampada della pace, premio consegnato al segretario generale nel dicembre 2021 dai frati minori conventuali della Sacro Convento di Assisi. E Guterres ha riconosciuto proprio la forza del messaggio del Poverello che adesso risuona come «compendio di pace», dice padre Enzo Fortunato, che gli ha consegnato anche «le fotografie che ho potuto raccogliere nel mio recente viaggio in Ucraina dove ho visto l’atrocità e il supplizio che si stanno consumando in quella terra».


È stato ancora Bassetti a presentare al segretario Onu la campagna globale “Leaders for peace” degli studenti di Rondine che ai governi chiedono di investire sulla formazione dei giovani alla pace rinunciando a parte delle spese militari. «Rispetto alla tragedia della guerra e dopo anni di costante crescita degli investimenti in armamenti – avverte il presidente della Cei – l’iniziativa rappresenta un esempio concreto di quello spirito di pace simboleggiato dalla Lampada di Assisi». Lanciata nel 2018 in occasione dei settanta anni della Dichiarazione universale dei diritti umani, la campagna di Rondine è proseguita nonostante la pandemia collezionando, fra gli altri, le adesioni di papa Francesco, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, degli esecutivi di Italia e Costa Rica. «Un’attività che oggi trova nuovo impulso alla luce della situazione in Ucraina e che dimostra quanto sia necessaria una nuova leadership – osserva il presidente di Rondine, Franco Vaccari –. Con questo nuovo e straordinario appoggio il nostro progetto diventa una via concreta all’urgenza di una società finalmente libera dai conflitti armati». Da Guterres lo sprone: «I giovani di Rondine sono un esempio di coraggio».