Chiesa

MESSA PASQUALE. Bagnasco ai politici: «Insieme sui valori essenziali»

Salvatore Mazza mercoledì 28 marzo 2012
I cattolici «non vogliono imporre a nessuno un’etica confessionale». Anche se «purtroppo sembra che gli attori culturali e comunicativi non vogliano ascoltare quanto si ripete da sempre, e cioè che il fatto che alcuni princìpi facciano parte del Vangelo non diminuisce la legittimità civile e la laicità dell’impegno di coloro che in essi si riconoscono».Nell’omelia della messa celebrata ieri sera a Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, per i parlamentari italiani di Senato e Camera in preparazione alla Pasqua, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e Presidente della Cei, è tornato sul senso dell’impegno dei cattolici in politica. E, quasi riprendendo l’accenno fatto da Papa Ratzinger, in volo verso il Messico venerdì scorso, sulla "schizofrenia" tra etica privata e etica pubblica vissuta da tanti cristiani, ha sottolineato come «oggi, di solito, non si deve rischiare la vita per scegliere la verità dei princìpi, per essere coerenti con la verità delle cose. Si tratta piuttosto di andare controcorrente rispetto al pensiero unico, alle opinioni dominanti che in nome del rispetto e della tolleranza uccidono la verità e con essa fanno danno all’uomo».Citando ancora Benedetto XVI, e la sua affermazione circa il fatto che «il non conformismo cristiano ci redime... perché ci restituisce alla verità», il presidente dei vescovi italiani ha spiegato che «si è anticonformisti quando non sottostiamo alle letture vincenti quando non ci convincono, e quando non ci lasciamo omologare». Il credente, ha aggiunto, «è non conformista quando non ha paura di rimanere solo in compagnia della verità, l’unica che paga veramente perché fa grande la coscienza. Quando non fugge e non si nasconde di fronte alle immediate e corali patenti di fanatismo, di intolleranza o di mentalità retrograda».Davanti alla folta assemblea riunita nella chiesa romana (presenti tra gli altri Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli, Luigi Bobba, Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi, Paola Binetti, Giuseppe Fioroni, Gaetano Quagliarello, Alfredo Mantovano), Bagnasco ha quindi osservato: «Si dice che bisogna vivere nella storia e che questa, essendo plurale, impone linee mediane: ciò è vero e giusto in moltissime questioni. Ma – ha aggiunto – se questo principio pratico si volesse applicarlo ovunque e comunque, anche alle evidenze universali e ai valori morali, alle linee portanti della natura umana, allora viene azzerato ogni punto di riferimento, il piano si inclina e si giunge ad autorizzare la barbarie rivestita di umanesimo e di fratellanza».Per questo, anche se «si dice che non esistono valori assoluti, cioè validi per tutti e per sempre, poiché tutto sarebbe cultura e storia», tuttavia «appartiene però alla coscienza universale un "no" netto ad azioni o fatti aberranti giudicati come male assoluto, come il commercio dei bambini, la schiavitù e altro». «Bisogna, però – ha ammonito il porporato – essere umili e vigili, perché lentamente ci si abitua a tutto: spesso basta ripetere in modo ossessivo la menzogna perché appaia vera», e «quando, nel pubblico dibattito, si osa eccepire o dire il contrario, spesso nascono clamori scandalizzati come si fosse toccato dei nervi scoperti, e così facilmente si crea un clima intimidatorio che spinge a diversi consigli, in apparenza più aperti, ma in realtà pavidi rispetto alle reazioni urlate, o verso i compagni di viaggio».«Camminate insieme – è stata quindi l’esortazione finale di Bagnasco – con fiducia e benevolenza, con stima reciproca e coraggio: su molte cose le opinioni saranno logicamente differenti, ma sui valori essenziali vi ritroverete pienamente, e potrete insieme meglio esporre a tutti argomenti e testimonianza».