Chiesa

Agrigento. L'arcivescovo: l'Europa pensi all'uomo, non solo all'economia

lunedì 30 giugno 2014
Ancora morti in mare nel Mediterraneo e ancora responsabilità da parte dell'Europa. L'arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni, ha rilasciato una intervista alla Radio Vaticana dopo la morte di trenta migranti questa notte. "Io spero che l'Italia riesca ad ottenere qualcosa di più e a far muovere un po' di più questo marchingegno. - ha detto - Il peccato originale dell'Europa è che non è costruita attorno agli uomini, è costruita attorno all'economia e alla finanza". Il presule ha aggiunto poi che "fino a quando l'Europa sarà un grande salvadanaio non possiamo aspettarci che l'uomo abbia l'attenzione che si merita; saranno i soldi, se ci sono o non ci sono, che permetteranno determinate azioni o determinati movimenti da parte di tutte le Nazioni". Riflessioni amare che non lasciano molro spazio neppure ala semestre di presidenza europea da parte del nostro Paese. "Io non credo che in sei mesi si riuscirà a trovare una soluzione; se fosse così, lo possiamo mettere nella categoria dei miracoli", taglia corto mons. Montenegro. "Nessuno può sognare che queste morti finiscano fino a che questi viaggi continuano. Sono viaggi di speranza, ma diventano sempre più viaggi di morte. Ormai ci siamo abituati e sembra che sia una cosa normale, deve succedere". Certo 'Mare nostrum' è stato un passo ma il vescovo resta convinto che verso i migranti "non si faccia molto. È vero che le navi riescono a salvare tante vite; - è la sua riflessione - può anche essere vero che loro approfittano della presenza di queste navi, e quindi vanno avanti un pò più sicuri. Però, accoglienza non è soltanto tirarli sulla terra ferma e dare un piatto e dare un tetto. In qualche modo, accoglienza - sostiene il respon sabile Cei per l'immigrazione - è anche far sì che la vita di questa gente venga riconosciuta come una vita meritevole di attenzione. Sono persone che hanno una dignità: il Papa lo va ripetendo".