Attualità

Esuberi. Whirlpool, la rabbia degli operai

venerdì 17 aprile 2015
Sciopero, manifestazioni e blocchi stradali da parte dei lavoratori dello stabilimento Indesit-Whirlpool di Carinaro, in provincia di Caserta dopo l'annuncio della chiusura del sito produttivo fatto ieri dall'azienda. I lavoratori, da due giorni, hanno abbandonato la fabbrica che, secondo quanto si è appreso, è attualmente deserta. I dipendenti hanno allestito una tenda e un presidio che sarà attivo 24 ore su 24 nei pressi dei cancelli della fabbrica che produce elettrodomestici. Una mobilitazione che sarà permanente qualora dalla multinazionale non ci sarà una rivisitazione del piano industriale. Circa 400 persone hanno bloccato il deposito merci della fabbrica e paralizzando il traffico veicolare della superstrada Giugliano-Marcianise-Caserta che costeggia la fabbrica. Il blocco proseguirà almeno fino alla tarda mattinata quando è stato convocato a Carinaro un consiglio provinciale aperto per discutere della questione. Alle 15.30, inoltre, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha convocato a Palazzo Santa Lucia a Napoli i vertici sindacali regionali. Lunedì 20 dovrebbe tenersi un incontro a Roma tra l'azienda e i rappresentanti sindacali nazionali. Gli esuberi salvono a 1335. Whirlpool punta 500 milioni di investimenti sul piano in Italia per l'integrazione con Indesit Company, acquisita a ottobre 2014. Un piano di crescita della produzione ma il prezzo è alto: chiudono la fabbrica di Carinaro (Caserta) ed il centro di ricerca di None (Torino), e gli esuberi salgono a 1.335, 395 in più rispetto ai 940 del "piano Italia" della vecchia Indesit su cui si era faticosamente raggiunto un accordo con i sindacati al tavolo con il governo. È dura la reazione del ministero dello Sviluppo che esprime la "forte contrarietà" del governo "per gli aspetti legati agli impatti occupazionali". Così come è netta la reazione dei sindacati dei metalmeccanici, dalla Uilm alla Fim-Cisl ed alla Fiom-Cgil che da Fabriano sottolinea: "Questa è l'operazione fantastica di cui parlava Renzi?". Una domanda a cui Palazzo Chigi replica sottolineando come questa decisione sia "un fulmine a ciel sereno" attivandosi subito "per affrontare la situazione nelle prossime ore". L'allarme è soprattutto per gli esuberi "strutturali" per la chiusura degli impianti: 815 a Carinaro, 80 a None. È netto il cambio di rotta sulla strategia per il rilancio del polo di Fabriano, il nucleo storico dell'impero degli elettrodomestici che era della famiglia Merloni: il piano Indesit puntava sul rilancio della fabbrica di Albacina, con l'avvio degli investimenti sancito lo scorso giugno alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Whirlpool punta a farne "il più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura" chiudendo Albacina e concentrando la produzione sul vicino stabilimento di Melano. È forte l'allarme sul territorio, dal governatore delle Marche Gian Mario Spacca ("il piano non è accettabile") al sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, e al vescovo,  monsignor Giancarlo Vecerrica, che sono stati al presidio degli operai che ad Albacina ieri hanno bloccato la provinciale 256. Ma l'azienda rassicura: produzione e occupazione di Albacina si trasferiranno di 8 chilometri a Melano, con un impatto del piano sul polo che è limitato "a 30 esuberi in più" considerati "di transizione". Il polo Whirlpool di Cassinetta (Varese) è destinato a diventare il "più grande polo europeo dei prodotti in incasso", con 280 operai in più. E l'Italia "sarà il principale centro di eccellenza della ricerca e sviluppo" del gruppo "con oltre il 70% della spesa totale Emea", Europa, Medio Oriente e Africa. La chiusura di Carinaro (che porterà ad un tavolo di confronto specifico sulla Campania) "è la più dolorosa del piano" ma è salvo lo stabilimento di Napoli: "Non era una scelta scontata - spiegano i vertici della Whirlpool -. Ci siamo mossi in modo da non lasciare nessuna delle Regioni in cui Whirlpool o Indesit sono presenti".