Attualità

Camera. Commissione Lavoro: sì all'abolizione dei voucher e niente referendum

giovedì 16 marzo 2017

Un voucher (Ansa)

Abrogazione totale: i voucher si apprestano ad essere cancellati e così salterebbe il referendum promosso dalla Cgil. La commissione Lavoro della Camera ha approvato il testo che va in questa direzione e domani il governo dovrebbe portare in Consiglio dei ministri il decreto legge che, recependo quel testo, abolirà i buoni lavoro.

La Cgil si prepara a cantare vittoria. Se l'intervento dell'esecutivo, dice il segretario generale Susanna Camusso, "dovesse corrispondere" al quesito referendario "lo considereremmo uno straordinario risultato ma, come noto, deve essere una legge".

Sui voucher il testo della commissione Lavoro della Camera prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2017 per permettere di utilizzarli a chi li ha già acquistati. In questo lasso di tempo, ha fatto sapere il capogruppo Pd Ettore Rosato, "lavoriamo per nuove norme che mettano uno strumento a disposizione delle famiglie per pagare ciò che oggi si paga con i voucher e delle imprese per accedere in modo più semplice al mercato del lavoro". E su questi nuovi strumenti "apriremo un confronto con le parti sociali".

Passa, dunque, la linea della maggioranza per l'intervento radicale. Ma il dibattito politico resta aperto. "Pare che il Governo salti il fosso e cancelli totalmente i voucher, andando forse oltre quello che è il ragionevole. Evidentemente c'è paura del referendum", dice Pierluigi Bersani. Dall'altro ramo del Parlamento, il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, parla di "balzo indietro" e di "schizofrenia legislativa".

Ma anche dal fronte sindacale e imprenditoriale arrivano dure critiche. "Il sistema dei voucher va cambiato, non abolito", attacca la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che non la pensa come la collega che guida la Cgil. Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dice che l'eliminazione dei voucher "non ci piace e nemmeno il modo: se s'ha da fare si faccia il referendum". Contraria anche Confcommercio, che la bolla come vicenda "dall'epilogo paradossale". Per il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, sarebbe stato "meglio fare un accordo prima del referendum" puntando ad una drastica riduzione dei buoni lavoro.