Attualità

LA DIFESA DEI VALORI. Vita, bioetica, famiglia. «Avviato il confronto»

Pier Luigi Fornari mercoledì 22 settembre 2010
«Si apre un cantiere dei moderati e dei riformisti sui temi bioetici, entrati prepotentemente nell’agenda della politica, fino a disturbare il gioco delle alleanze». È l’indicazione data dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che conclude un tavolo di confronto con esponenti del Pd e dell’Udc nell’ambito del Convegno "Primum vivere", incentrato sulla agenda bioetica del governo, invitando ad «attraversare il guado della transizione nei Paesi industriali avanzati, avendo come stella polare questi principi». Lo scenario internazionale è quello di una crisi innescata dalla denatalità e dalla conseguente rottura del ricambio generazionale, che frena lo sviluppo. Ne risulta per tutti la necessità di una rimodulazione del Welfare, soprattutto per i Paesi più indebitati, alla luce di «una antropologia positiva» impostata sulla sussidiarietà. Sacconi apre una parentesi anche sull’anniversario dell’Unità d’Italia per chiedere di rammentare anche l’effetto nefasto della legge Crispi che cancellò le opere pie. «Unificanti più della storia sono i valori alla base della agenda bioetica», nota scagliandosi contro «il narcinismo» delle alleanze stipulate senza tenere conto dei principi non negoziabili. «Non è questa antropologia positiva – si chiede – una discriminante fondamentale per stare insieme politicamente?». Del resto per Sacconi non è solo un auspicio ma una convinzione che sui temi della vita ci sarà «una larga maggioranza in Parlamento». Sul fine vita, assicura, «è nostra intenzione accelerare», perché «una sentenza creativa della magistratura ha aperto una falla eutanasica che va chiusa il prima possibile». Rilancia «il piano federale per la vita» per applicare la parte preventiva della 194 ed evitare che l’aborto farmacologico e la pillola del quinto giorno «sbaracchino» i paletti della nostra normativa contro la banalizzazione e la privatizzazione dell’aborto. Di fronte «al radicalismo» etico, giudiziario, sociale, afferma il vice capogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello introducendo il convegno, si impone sempre più nella politica italiana «la questione delle alleanze» delle forze centriste. Il convegno nasce da queste esigenze: «Il Pdl deve prendere parte al dibattito che si è aperto per rappresentare un punto di riferimento per tanti moderati italiani che hanno smarrito la bussola, senza strumentalizzazioni né volontà annessionistiche». Sui temi come «la tutela della vita, dell’embrione e della famiglia ben vengano le convergenze», concorda il presidente dei senatori del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, sottolineando che il suo gruppo «ha sempre difeso le ragioni della vita senza spirito oscurantista». L’auspsicio è che «alla Camera nelle prossime settimane i deputati si pronuncino sul fine vita», già approvato a Palazzo Madama. Il convegno "Primum vivere" , spiega, «è una iniziativa a sostegno dell’agenda del governo, che apre un confronto a trecentosessanta gradi al di là delle discussioni sterili e dei tatticismi» di questi giorni. Dunque una «occasioni di incontro non solo tra cattolici ma anche tra tutti coloro che difendono i valori della vita e della famiglia».«La visione della società oggi si basa sul quadro antropologico, dunque coloro che lo condividono devo provare a stare insieme politicamente», argomenta l’udc Claudio Gustavino in un intervento molto convinto, sollecitando «una presa in carico delle grandi disabilità come gli stati vegetativi» nel quadro di una legge buona come quella approvata al Senato sul fine vita. Daniele Bosone del Pd insiste sulla «libertà di coscienza». Invita coloro che hanno la stessa concezione della vita, in modo particolare i cattolici, a «trovare insieme delle soluzioni in Parlamento» sui temi etici, «senza spartiacque tra centrodestra e centrosinistra e senza ideologismi». Un’impegno che si deve estendere anche a problemi come la disoccupazione che colpisce i giovani.Un’altra udc Paola Binetti, pur non avendo partecipato al convegno assicura che sarà «sempre pronta a votare a favore della vita e della famiglia, da qualunque luogo vengano le proposte», anche se solleva un dubbio su una «possibile strumentalizzazione», che comunque non potrà modificare la sua posizione al momento del voto di fiducia al governo di Silvio Berlusconi. In ogni modo si dice convinta «che proprio da un rinnovato accordo tra i cattolici si possa allargare quell’area di centro in cui la responsabilità nei confronti del bene comune può prendere forme sempre più concrete».