Attualità

Terra dei fuochi. I vescovi campani: basta negazionisimi, ora le bonifiche

Antonio Maria Mira mercoledì 10 marzo 2021

Nuovo appello alle istituzioni dei vescovi campani per la Terra dei fuochi. Basta negazionismi e avanti con le bonifiche, estendendo il monitoraggio epidemiologico su tutti i “territori interessati all’inquinamento ambientale” e realizzando gli altri interventi necessari.

Lo chiede la Conferenza episcopale campana, presieduta dal vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, fortemente impegnato su questo fronte, in una nota che prende spunto dal recente studio epidemiologico e sanitario, commissionato dalla Procura di Napoli Nord e realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato lo scorso 10 febbraio. Non è la prima volta che i vescovi intervengono con forza, prima “i vescovi della terra dei fuochi”, poi ripetutamente come Conferenza episcopale campana.

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Così ora, ricordano che lo studio dell’Iss era “finalizzato allo scambio di dati e di informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nel Circondario di Napoli Nord, con riferimento agli eccessi della mortalità e dell’incidenza tumorale”.

La Conferenza Episcopale Campana ritiene il Rapporto “di particolare importanza, in quanto si riconosce, per la prima volta, “un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, nell’insorgenza di queste malattie”. Questo, sottolineano ancora i vescovi, è “la conferma, da parte di indiscusse autorità, di quanto la popolazione ha percepito da tempo”. Ma ora, aggiungono, “si tratta di un atto ufficiale di notevole portata con il quale tutti, anche la cosiddetta “corrente negazionista” dovrà confrontarsi”. Ma ora non ci si deve fermare. Lo studio è un “esempio virtuoso di collaborazione tra Enti ed Istituzioni” che deve “continuare”. I vescovi campani indicano alle istituzioni alcuni importanti interventi. In primo luogo estendere “il monitoraggio sugli altri territori interessati all’inquinamento ambientale, sviluppando un sistema di sorveglianza epidemiologica in particolare nelle province di Napoli e Caserta”.

Una richiesta già fatta altre volte dai vescovi, facendosi interpreti del dramma della popolazione, ma mai realizzata. E così anche le altre forti richieste, che sono contenute anche nel rapporto. “Bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti; bonificare i siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente per le popolazioni; sviluppare attività educative alla corresponsabilità.

Tutti temi che saranno al centro, il prossimo 17 aprile ad Acerra, del Convegno nazionale “Custodire le nostre Terre. Salute, ambiente, lavoro”, promosso dalle Commissioni Episcopali della Cei per il servizio della carità e la salute e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici Nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, dalla Caritas italiana e dai Vescovi della Campania. Un’iniziativa alla quale sono stati invitati i vescovi dei 42 Siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin), che insistono in ben 78 diocesi. Comprendono cave e porti, aree industriali dismesse, aree industriali in corso di riconversione, aree industriali in attività, aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici e aree oggetto di smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi.

Territori devastati che la Chiesa chiama a raccolta alla luce dell’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, in occasione del sesto anniversario. L’incontro, che si svolgerà parte in presenza e parte on line, era previsto lo scorso anno ma era poi stato bloccato dalla pandemia. Ora si riparte e i vescovi chiudono il loro appello invocando “dal Signore, per tutti in questo tempo di Quaresima, il dono di una costante conversione alla salvaguardia del