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Scuola. Ancora un dietrofront sui vaccini: autocertificazione fino al marzo 2019

Redazione Internet giovedì 6 settembre 2018

(Ansa)

La maggioranza fa dietrofront sul dietrofront. Lo scenario è ancora quello del decreto Milleproroghe, depositato nelle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera: se ieri, mercoledì, era stato predisposto un emendamento per confermare l'obbligo delle vaccinazioni per la frequenza scolastica, oggi, giovedì, ennesimo colpo di scena: un nuovo emendamento dei relatori pentastellati prevede che per l'anno scolastico in corso resterà valida l'autocertificazione per la frequenza scolastica per materne e asili nido fino al 10 marzo 2019. Un emendamento che di fatto dà forza di legge alla circolare del ministro della
Salute, Giulia Grillo, che prevede per i minori da 0 a 6 anni, e per la prima iscrizione alle scuole (minori 6 -16 anni), la possibilità per gli istituti di accettare una dichiarazione sostitutiva di avvenuta vaccinazione

La proposta sostituisce quella presentata ieri che ripristinava l'obbligatorietà delle vaccinazioni già da quest'anno e naturalmente ha creato nuovo scompiglio.

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Mercoledì sull'argomento era intervenuto indirettamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, all'apertura del meeting 'Le due culture' nel centro di ricerca Biogem, ha affermato come "nei confronti della scienza non possiamo esprimere indifferenza o diffidenza verso le sue affermazioni e i suoi risultati".

Intanto sono in corso in tutta Italia controlli da parte dei carabinieri dei Nas nelle scuole per verificare la veridicità della documentazione presentata dalle famiglie in merito alle vaccinazioni obbligatorie per legge per la frequenza scolastica. I controlli, secondo quanto si apprende, sono partiti da martedì in nidi e materne e proseguiranno nei prossimi giorni anche negli altri istituti scolastici selezionati a campione.

A Milano una mamma ha chiamato la polizia quando ha saputo che il suo bambino non poteva entrare all'asilo nido questa mattina perché non era in regola con la documentazione. Le forze dell'ordine le hanno però spiegato che non potevano fare nulla perché la scuola rispettava la legge.

Obbligo di vaccinazione in Toscana per materne e nidi

Per iscriversi ai nidi e alle scuole materne in Toscana bisognerà essere in regola con dieci vaccinazioni, già da questo anno scolastico che sta per iniziare. Lo prevede una proposta legge sull'obbligo vaccinale, licenziata oggi a maggioranza dalla commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd).

La proposta era già stata predisposta prima dell'entrata in vigore della legge Lorenzin e poi accantonata. Ora dovrà passare all'esame dell'Assemblea regionale per l'approvazione definitiva. Il testo, spiega una nota, precisa, tra l'altro, che "ai fini dell'iscrizione, ammissione e permanenza ai nidi d'infanzia, ai servizi integrativi per la prima infanzia, alle scuole dell'infanzia e alle strutture per minori, la vaccinazione è omessa o differita in caso di accertati pericoli concreti per la salute del minore, in relazione a specifiche condizioni cliniche". "Con questa legge immediatamente eseguibile - spiega Scaramelli -, la Toscana pone la salute dei più piccoli al primo posto. La proposta di legge varata oggi, riconoscendo come prioritaria la protezione dello stato di salute dei minori e identificando la vaccinazione quale strumento indispensabile di prevenzione primaria, ha trovato ampia convergenza di più forze politiche". Scaramelli aggiunge che "non ci sarà un regolamento attuativo ma una delibera di Giunta" e che una banca dati elettronica consentità "ai plessi scolastici di verificare in modo immediato se un bambino è vaccinato o meno. Una modalità oggettiva che consente ai cittadini di non dover produrre alcun certificato" una volta aver proceduto alla vaccinazione.

Tribunale per i diritti del malato: campagna a favore delle vaccinazioni

Prende il via #rompilatrasmissione, la campagna di informazione ai cittadini sul tema dei vaccini, promossa da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato (Tdm). Ad un anno dalla legge che ha introdotto l'obbligo vaccinale infatti, afferma il Tdm, "il livello di copertura vaccinale nel nostro Paese è aumentato anche per il morbillo, salito al 91,6% dopo la legge (+4,3% tra luglio 2017 e luglio 2018). Tuttavia non abbiamo ancora raggiunto la cosiddetta immunità di gregge raccomandata per i nuovi nati che è del 95%".

Meno conosciute e usate, rileva il Tdm, sono invece le vaccinazioni per adolescenti ed adulti: ad esempio la vaccinazione anti-HPV, che protegge tra l'altro dal cancro dell'utero, è ancora ben lontana dall'obiettivo del 95% (nel 2017 ha fatto la prima dose di vaccino il 64,3% delle ragazze di 12 anni) e si vaccina dall'influenza solo un over 65 su due (52,7%), rispetto all'obiettivo del 75%. Attraverso i social network e una guida utile - scaricabile dal sito www.cittadinanzattiva.it e a breve disponibile anche in versione cartacea nelle sedi locali del Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva vuole: fornire un'informazione corretta su diritti e doveri in ambito vaccinale; dare risposta concreta alle domande dei cittadini, attuando iniziative di comunicazione ed informazione più dirette; offrire informazione, tutela e monitoraggio dell'applicazione delle norme.

"Chiediamo che non sia fatto nessun passo indietro sulla certificazione delle vaccinazioni da parte delle ASL per non scaricare sulle famiglie una responsabilità istituzionale, e l'autocertificazione - conclude Sabrina Nardi, vice coordinatrice nazionale Tribunale per i diritti del malato - non ci convince perché potrebbe essere usata come strumento per aggirare l'obbligo, facendo affidamento su falle nei sistemi di controllo".