Attualità

I PRIMI RISARCIMENTI. Uranio, in Sardegna quasi cento decessi

Roberto Comparetti venerdì 16 dicembre 2011
Saranno indennizzati i familiari dei militari morti per cause legate al servizio svolto in Sardegna. Lo ha annunciato il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, Rosario Costa che, assieme ai commissari, ha visitato per due giorni i poligoni di Quirra, in Ogliastra, quello di Teulada, nel sudovest della Sardegna, e quello di Capo Frasca, nell’Oristanese. Secondo quanto reso noto nel corso di un workshop, sul poligono interforze del salto di Quirra, organizzato dall’assessorato regionale della Sanità, sarebbero novantotto i casi di morte per attività militare riconosciuti dallo Stato ai soldati deceduti, i cui familiari verranno risarciti per un totale di nove milioni di euro. Nelle prossime settimane, ed entro l’inizio del nuovo anno, le somme dovute saranno saldate alle famiglie beneficiarie. All’incontro di Quirra erano presenti anche i tecnici della Regione Sardegna, i rappresentanti dell’Istituto superiore di Sanità, al quale è stata affidata la prima indagine epidemiologica sanitaria nei tre poligoni visitati dalla Commissione, oltre ai rappresentanti delle associazioni e dei familiari dei militari morti dopo aver prestato servizio nei poligoni dell’Isola o impegnati in missioni all’estero. «Per avere i primi risultati dello studio epidemiologico, occorrerà almeno un anno – ha detto Loredana Musmeci, direttore del dipartimento Ambiente e prevenzione dell’Istituto superiore di Sanità». Quanto ai costi e alle modalità invece nulla ancora è stato definito. Da parte sua, l’assessore regionale, Simoma de Francisci ha ribadito come della questione verrà interessato il Consiglio regionale che, attraverso un’apposita legge, istituirà il registro regionale dei tumori, con cui si cercherà di contribuire a definire meglio il quadro della situazione.«Un risultato positivo – ha detto Giampiero Scanu, uno dei commissari – perché non è stato semplice sbloccare i fondi per indennizzare le famiglie, ma siamo finalmente giunti al risultato che in tanti speravano, con 54 sedute a costo zero. Ora prenderà il via l’indagine: se dovessero emergere collegamenti tra attività, malattie e morti, bisognerà pensare alla chiusura dei poligoni. In Sardegna, comunque sia, tre poligoni sono forse troppi». Sulla vicenda del Poligono di Quirra e sulle morti sospette di militari e residenti, com’è noto sta indagando la procura di Lanusei, che ha già iscritto nel registro degli indagati sei persone: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti e Roberto Quattrociocchi, alti ufficiali che comandarono il poligono del Salto di Quirra tra il 2004 e il 2010. Gli altri indagati sono il professor Francesco Riccobono, dell’Università di Siena, che effettuò un controllo ambientale nel 2004 per conto del ministero della Difesa, e i due chimici Gilberto Nobile ed Elisabetta Fasciani, questi ultimi hanno detto di voler essere sentiti al più presto dal pubblico ministero. Intanto, nei giorni scorsi, un altro agnello malformato, nato con parte del cervello esposto e orecchie molto più lunghe del normale, è stato posto sotto sequestro su disposizione del procuratore, Domenico Fiordalisi, che a gennaio ha avviato l’inchiesta sui casi sospetti di tumore fra le persone e di malformazioni tra gli animali dell’area attorno al poligono, e che in questi giorni ha disposto l’esumazione di 15 salme dai cimiteri di due centri nei pressi del poligono.