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Il caso. Londra cerca laureati di alto livello, ma boccia le università italiane

Redazione Internet martedì 17 maggio 2022

Il Regno Unito boccia gli atenei italiani. L'Università di Genova

Il governo di Boris Johnson boccia le università italiane e, di conseguenza i laureati in Italia. Il Regno Unito post Brexit è a caccia di cervelli con titoli di studio di qualità elevata. Per loro sarà possibile andare a lavorare oltre Manica in ruoli prestigiosi senza troppa burocrazia. Quella, insomma, che ostacola anche i profughi ucraini, nonostante le promesse di Londra.

Ma c'è una condizione che escluderà molti italiani: occorre avere compiuto gli studi in una delle 37 migliori università del mondo. E tra queste non ce n'è nemmeno una italiana. Non sarà quindi una discriminazione legata al Paese di nascita, ma solo all'alma mater di provenienza.

Il ministero britannico dell'Istruzione ha messo a punto uno schema destinato a entrare in vigore dal 30 maggio. Il nuovo schema, denominato High Potential Individual Visa, sarà riservato a chi abbia conseguito il titolo di studio in uno dei primi 37 atenei al mondo riconosciuti come tali dalle istituzioni che certificano i primati globali di qualità. E nella classifica stilata a Londra, compilata mettendo a confronto i dati delle 3 graduatorie universalmente prese a modello (il Times Higher Education World University Rankings, il Quacquarelli Symonds World University Rankings, The Academic Ranking of World Universities), nessun ateneo generalista italiano compare neppure fra i primi 100.

L'elenco, dominato dagli Usa e con alcune presenze asiatiche, include del resto solo 5 università europee: due svizzere (i Politecnici di Losanna e Zurigo), una francese (l'Ecole Normale di Parigi), una svedese (il Karolinska Institutet di Stoccolma) e una tedesca (l'università di Monaco di Baviera, LMU).

L'obiettivo dichiarato dell' High Potential Individual Visa è attrarre sull'isola talenti stranieri qualificati. Chi vorrà far domanda, dovrà però dimostrare di avere almeno 1500 euro su un conto corrente, oltre a poter pagare 750 euro all'anno per i contributi sanitari. Ma non avrà bisogno di sottostare ad altre formalità burocratiche, purché laureato nei 5 anni precedenti in uno degli atenei top.