Attualità

A giudizio. Berlusconi, gli altri processi: Unipol, le escort e il mercato dei senatori

mercoledì 11 marzo 2015
Dopo l'assoluzione sul caso Ruby, per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sono diverse le vicende giudiziarie ancora pendenti in diversi tribunali italiani. Roma, nastro Unipol. Ancora in Cassazione, il 31 marzo si terrà il processo per valutare il ricorso presentato dall’ex premier assieme al fratello Paolo per chiedere la piena assoluzione per la vicenda dell’intercettazione sul caso Unipol, per la quale aveva usufruito della prescrizione in appello, anche se condannato a versare, in solido col fratello, 80mila euro a Piero Fassino, parte offesa. Bari, processo escort. Il 10 aprile riprenderà davanti al gup del capoluogo pugliese l’udienza preliminare in cui Berlusconi è imputato, insieme all’ex direttore dell’Avanti! Valter Lavitola. All’ex premier viene contestato il reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria: avrebbe pagato l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, affinché mentisse sulle escort portate nelle sue residenze estive tra il 2008 e il 2009. Napoli, caso senatori. Insieme a Lavitola, Berlusconi è pure imputato nel processo cominciato un anno fa davanti al tribunale campano sulla presunta 'compravendita' di senatori (in particolare di Sergio De Gregorio) che nel 2008 portò alla caduta del governo Prodi. Milano, lodo Mondadori. Mercoledì prossimo riprenderà la nuova causa civile con cui la Cir della famiglia De Benedetti ha chiesto alla Fininvest di Silvio Berlusconi il risarcimento di oltre 30 milioni di euro, ai quali vanno sommati altri 60 di interessi e spese legali, per la vicenda del Lodo Mondadori. La richiesta è stata avanzata dopo che la Cassazione, nel condannare definitivamente la Fininvest a versare 494 milioni al gruppo Repubblica-Espresso per danni patrimoniali, ha demandato ad altro giudice la liquidazione di quelli non patrimoniali. Monza, divorzio Lario. Infine, riguardo alla causa di divorzio da Veronica Lario, nonostante i giudici di Monza il 18 febbraio del 2014 abbiano sciolto il matrimonio, resta da affrontare il capitolo economico che riguarda il mantenimento della ex moglie, su cui sono in corso trattative. La signora Lario avrebbe chiesto come buonuscita un unico assegno definitivo di 540 milioni di euro.